domenica 14 marzo 2010

"COSE BUONE O UTOPIA?"

Le amiche Anna e Gabriella, dell'associazione territoriale di Macerata Rete Radié Resch (RRR), promossa a livello nazionale dal giornalista "vaticanista" Ettore Masina, hanno inviato a simpatizzanti e amici la seguente mail:
"Cari amici, dovendo anche questo mese la Rete di MC scrivere la circolare nazionale, dopo la bella e circostanziata lettera di Cristina sulle connivenze italo-libiche, questo mese vorremmo soffermarci SOLO sulle "cose buone" che, anche se non hanno visibilità sui media, esistono e ci permettono di alimentare la speranza di un mondo migliore.
Ed allora una pressante richiesta di segnalazioni di "cose buone" di cui siamo venuti a conoscenza, "cose buone" locali e/o mondiali, cose anche piccole, come facciamo quasi sempre nella ns. lettera locale nella rubrica così intitolata.
Ci aiutate? Se si, davvero la lettera sarà scritta da tutta la Rete di Macerata! Avete tutta la prossima settimana per farci una mail!
Grazie, aspettiamo fiduciose! Anna e Gabriella".
Ecco il mio riscontro:
"E' sempre molto difficile venire a conoscenza delle tante "buone notizie" che si menifestano nel mondo; esse sono infatti essenzialmente circoscritte nel novero dei singoli comportamenti e costituiscono, da sempre, un concreto elemento di solidarietà e, perciò, di speranza. E' certamente questa emozione che conforta e stimola l'umanità nel cammino quotidiano verso una esistenza troppo spesso difficile, affannosa, tragica, quasi sempre affidata al reciproco sostegno, ma anche alla violenza tra derelitti e alla umiliante "carità" di chi si disfa della propria sovrabbondanza.
Nell'attuale momento storico, sempre più dominato da un 'mercato' avido e senza regole, altamente nefasto nei confronti della cultura solidaristica, il pericolo di un atteggiamento progressivamente individualista è tangibile e preoccupante; il 'potere' finanziario, che fino a qualche tempo fa agiva nell'ombra, sta assumendo una visibilità progressiva e chiaramente tendente al dominio globale. Il guaio di questa escalation è che la 'follia' dei 'nuovi barbari' è dovuta alla loro assoluta cupidigia, che li rende sottomessi al danaro e quindi insensibili ad ogni valore, quello della vita compreso. Uno degli esempi più eclatanti di tale scenario è ben riscontrabile proprio in Italia, dove il 'premier' è delegato alla sperimentale concretizzazione della futura società mondiale.
Se così è, quali potrebbero essere le "cose buone" da progettare e realizzare? Innanzitutto dobbiamo convincerci, e convincere, che non si tratta di un evento ineluttabile. E' infatti possibile accettare l'idea che qualche migliaio di 'dementi' possano dominare e sottomettere vari miliardi di individui senza che questi reagiscano? Quali mezzi utilizzano per opprimere l'umanità intera? Un tempo disponevano della sola 'forza armata', che era però impiegabile sul ristretto territorio nazionale. Ora, oltre quella, dispongono di efficientissimi mezzi tecnologici, particolarmente idonei all'atrofia cerebrale e al conseguente sopimento delle singole volontà e coscienze.
Allora cosa fare? Confidare nei tradizionali mezzi di opposizione sarebbe come restare in una trincea mentre gli eventi superano ogni barriera; si rende perciò indispensabile ricorrere agli stessi strumenti, non solo tecnologici, degli avversari, ma anche, e soprattutto, sotto il profilo dell'organizzazione basata sulla compattezza, sulla solidità, superando ogni singola presunzione, ideologia, concezione e differenzazione culturale che finora ha caratterizzato l'umanità. Tutto ciò nella consapevolezza che le divisioni, artatamente create, sono sempre servite per scatenare guerre, competizioni, sopraffazioni, intolleranze, fanatismi e lotte tra poveri a vantaggio dei noti, veri, autentici oppressori: coloro che hanno storicamente dominato il mondo per il mantenimento e consolidamento dei propri, atavici privilegi.
Come si può arrivare a questa difficilissima "unità d'intenti"? Solo attraverso l'unica via possibile e consentita: quella della cultura dell'AMORE universale, quello scevro da qualsiasi gratificazione, pulito e naturale; la sola arma che non può essere vinta e che allieta l'anima di chi lo offre e di chi lo riceve. E' utopia? Personalmente non ne sono convinto. Comunque sono altrettanto consapevole dell'enorme difficoltà a superare le convinzioni che un sistema, consolidato nei millenni, ha radicato in ognuno, ma sono similmente persuaso che la ricerca di una vita più serena, in un mondo che ponga al centro l'UOMO, sia anelito e speranza di ogni essere umano.
In fondo non esiste altra strada e, in ogni caso, l'utopia è come camminare verso l'orizzonte; non lo si raggiunge mai, ma almeno si cammina. Un caro saluto a tutti."

Nessun commento:

Posta un commento