domenica 28 giugno 2009

"LE SABBIE MOBILI"

Che pena! Silvano Ramadori, il 'trombato' del 7 giugno, ancora non riesce a rassegnarsi. Con un lungo sfogo raccolto da Luca Patrassi attraverso il "Corriere Adriatico" di oggi (28/6), insiste nell'attribuire il suo tracollo a quanti lo avrebbero 'tradito'. In primis proprio Rifondazione Comunista che, è sua convinzione, gli avrebbe assicurato, nelle precedenti elezioni, solo ... una cinquantina di voti. Il 'tapino' non si rende conto della contraddizione in cui incorre; se così fosse, RC non avrebbe infatti minimamente influito su qualsiasi esito elettorale. In realtà, come anche un mediocre politico dovrebbe verificare, Rifondazione gli assicurò almeno 190 voti che furono peraltro determinanti per la sua affermazione; 62 quelli raccolti dal proprio candidato, 110 circa (come nella norma) non espressero preferenze, oltre 10 furono confluiti su altro aspirante simpatizzante che rischiava l'esclusione. Non a caso alle recenti provinciali, che pur non costituiscono un referente assoluto, la 'sinistra alternativa' ha superato abbondantemente i 200 consensi.
In merito all'adoperarsi per farci ... entrare nella sua lista, è bene ricordargli che fummo contattati molti mesi prima dal locale "Deus ex machina", Benedetto Miconi, che aveva anzitempo compreso la necessità di raggruppare ogni formazione locale. Quando Ramadori venne nel nostro 'Circolo' confermammo la nostra disponibilità a patto che si promuovesse una nuova gestione amministrativa, basata sulla 'democrazia partecipata', sulla scelta professionale degli Assessori e sull'estensione ad ogni cittadino dei diritti collettivi, fuori cioè dalle solite distinzioni (che invece furono poi confermate). Accondiscese senza alcun tentennamento.
I primi dubbi ci sorsero quando pretese che, nei tre nomi sollecitati per scegliere l'unico da inserire in lista, 'dovevamo' mettere quello a lui gradito. Non trovandolo 'esplose' in una bellicosa, sintomatica reazione.
E' ridicolo altresì affermare che ... pretendevamo (?) un 'assessore'. Rifondazione esigeva solamente il rispetto degli impegni assunti, cioè, come sopra scritto, quello della considerazione professionale degli eletti in modo da formare una squadra all'altezza dei compiti assegnati. Da buon politicante preferì invece circondarsi, come non raramente purtroppo accade un pò ovunque, di figure sostanzialmente mediocri, salvaguardando così le sue modeste doti, ma che, all'atto pratico, disattesero le speranze di gran parte della cittadinanza, come l'insuccesso elettorale ha confermato.
Un autentico 'politicante' del quale nessuno mette in discussione l'onestà morale, ma sicuramente non in grado di 'godere del privilegio dell'anima' (combinazione cervello/cuore) come proprio oggi, sul "Resto del Carlino", gli imputa l'ex capo gruppo Candria e come già scrivemmo anni addietro in bacheca: "Bello (?) senz'anima".
Per concludere l'analisi, accusa una fantomatica sinistra di 'inciucio strumentale' (dx/sx). Sorprende cotanta meschinità visto che, per quanto ci riguarda, ci ha esclusi dal comizio finale, la nostra adesione al "Patto" era basata esclusivamente su princìpi condivisibilissimi tanto che, una volta disattesi, ci siamo pubblicamente dissociati, abbiamo rifiutato la scheda comunale.
Per quanto attiene la sua 'coscienza cristiana' non ci permettiamo dubbi, ma qualche riflessione è d'obbligo; un autentico cristiano non dovrebbe ingannare, aggredire, peccare di presunzione come continua a dimostrare non rassegnandosi ai suoi naturali limiti.
Una considerazione dobbiamo alfine esternarla; ogni volta che 'sfoga' sulla stampa il suo rancore (nessuno ha reagito come lui) ci sembra di vedere il derelitto che affoga nelle sabbie mobili. Più si agita aggrappandosi all'aria, più accelera la sua fine.

sabato 27 giugno 2009

"HO INIZIATO LA SCALATA AL POTERE"


Finalmente! La mia ascesa al Potere è iniziata. Ieri (26 giugno) ero seduto dietro al tavolo della sala Consiliare insieme a tutti gli 'eletti' al Comune di Gualdo. Veramente qualcuno mancava; Agata Joanna Smosarska, polacca, candidata sindaco per la lista "Eurocomunismo Gualdo". Un 'vuoto' che si è fatto sentire più sotto il profilo dei 'sensi' che politico. Con solo il 10,8% dei suffragi (corrispondenti ai 60 voti raccolti), i tre agguerriti consiglieri di minoranza, Alex, Fifì e il sottoscritto, si presentano con buon anticipo alla prima 'contesa' post elettorale.
La 'maggioranza' entra di lì a poco. Giovanni Zavaglini, il veterano Sindaco del luogo, ripercorre con scontata consuetudine i monotoni corridoi che sembrano ormai assuefatti alla familiare figura; i suoi otto fianchegiatori seguono con malcelato appagamento le orme del leader.
Come da normativa, completa l'entourage la Segretaria comunale, Marisa Cardinali, che si situa alla sinistra del 'primo cittadino'. Numeroso è il pubblico che si assiepa nell'ampia sala e non pochi gualdesi sostano in piedi; l'interesse e la curiosità per questa prima 'disputa' ha prevalso sull'assuefazione televisiva. Tutto è pronto; si può cominciare.
Dopo la verifica delle condizioni di candidabilità, eleggibilità e compatibilità degli eletti, il Sindaco presta giuramento con la frase di rito: "Giuro di rispettare fedelmente la Costituzione Italiana". Sono un pò deluso; mi aspettavo più enfasi e pomposità. Si vede che sono debuttante.
Si nominano i componenti della Giunta; un tema che lambisce la nostra attenzione dato che non ci coinvolge direttamente. La designazione dei capigruppo è invece, per noi, più enigmatica. Fifì , a sorpresa, enuncia ben due esponenti; Alex e il sottoscritto. La stupefacente richiesta sconcerta la Segretaria che concorda, col gualdese di opposizione, un successivo chiarimento. La maggioranza non tentenna; sarà Morè Fausto il referente prescelto.
La Commissione Elettorale Comunale comporta un certo trambusto nell'eccentrica minoranza; chi sarà il predestinato? Rapido intreccio di proposte che si conclude unanimemente: il 'fortunato', che emerge dall'urna disposta dal vigile Alessio, sarà Alex. Nessun problema per i coordinati antagonisti.
Il 'clou' serale inizia con l'intervento del Sindaco che ribadisce la sintesi dei punti riportati sul programma elettorale. Giovani (incontrarsi, parlare, confrontarsi...); Turismo; Viabilità (strade malridotte dalle intemperie, manutenzioni vecchissime); Potenziamento servizi sociali; Rustrutturazione impianti sportivi; Sviluppo zona artigianale; Copertura telefonica mobile. Conclude con l'auspicio della partecipazione attiva dei cittadini, garantendo infine trasparenza, legalità e celerità nelle risposte ai gualdesi.
Fifì polemizza brevemente su alcuni comportamenti pre-elettorali, assicura correttezza e collaborazione con la maggioranza, presenta i due 'compagni' che lo affiancano.
Il debutto del sottoscritto parte dall'assicurazione della responsabilità che comporta l'impegno assunto, determinato anche dalla consapevolezza del rispetto dovuto ai ... contribuenti, confida nella democrazia partecipativa, mettendo a disposizione la modesta conoscenza ed esperienza, certo di trovare nei cittadini la giusta risposta per affrontare al meglio le varie problematiche che, di volta in volta, emergeranno. La disponibilità a collaborare con la maggioranza, per il bene comune, è ribadita con convinzione.
Alex ripropone alcune tematiche risalenti alla precedente esperienza, ma ancora attuali. Dopo qualche sottolineatura e relativo chiarimento, il Sindaco dichiara chiusa la seduta.
Un clima festoso caratterizza il rapporto con la cittadinanza all'esterno del Municipio. Veramente un piacevolissimo debutto. Spero tanto in un altrettanto felice prosièguo che mi porti, da qui a cinquant'anni, quando la stele marmorea di Zavaglini sarà severo monito per i sindaci del tempo, al paradisiaco scranno presidenziale delle anime eterne. Proprio una bella carriera!

venerdì 26 giugno 2009

"ATTACCO FINALE?"

E' passato l'emendamento D'Alia.

L'attaco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Qualche giorno fa nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l'obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto, con un emendamento del senatore Giampiero D'Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet".
Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il n°60. Anche il senatore Giampiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo; questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività di blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da 50.000 a 250.000 € per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per per bloccare in Italia Facebook, You Tube, il blog di Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a You Tube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del Presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile. E'ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E' in gioco d'avvero la democrazia!!!

martedì 23 giugno 2009

"SONO STATO TRADITO DAI MIEI"


Sulla cronaca provinciale de "il Resto del Carlino" di Domenica 21 c.m., è stata pubblicata la seguente lettera dell'ex Sindaco di Mogliano, Silvano Ramadori:

"Ho ricevuto innumerevoli messaggi di solidarietà e incredulità per la sconfitta alle ultime elezioni a Mogliano. Un risultato che va in direzione contraria all'efficenza ed efficacia amministrativa mostrata, sotto gli occhi di tutti non solo moglianesi, in questi anni. La mia amarezza è dovuta al comportamento non leale di molti interlocutori all'interno della coalizione del centrosinistra che direttamente o indirettamente stavano partecipando alla mia squadra.
Qualcuno ha tradito l'impegno, mostrando poca coerenza, trasparenza e soprattutto poca affidabilità. Il consenso per la mia coalizione era sentito tra la gente e nelle riunioni fatte prima delle elezioni, ma dei giochi 'loschi' hanno rovesciato il risultato. Personaggi che hanno collaborato e lavorato con la mia amministrazione non hanno dato indicazione di voto, alcuni addirittura hanno appoggiato la lista avversaria. Sono mancati i voti dei vari schieramenti: socialisti e comunisti e rifondazione, IdV, sinistra e libertà (quest'ultima in chiusura della campagna elettorale ha concesso lo spazio dell'ultimo comizio alla lista di destra).
Un piccolo approfondimento è doveroso sul tema delle primarie. E' stato un errore imporle, anche perché l'amministrazione non aveva avuto problemi. Il risultato è stato quello di arrivare ad una spaccatura insanabile del partito fino all'epilogo finale, in cui una parte dei dissidenti ha voltato le spalle alla mia lista e ha preferito appoggiare quella di centro-destra.
Molti progetti sono stati conclusi per migliorare Mogliano, altri ne sono in cantiere ed altri ancora in via di sviluppo. Auspico che la nuova Amministrazione comunale continui su questa linea per continuare il progresso. Sicuramente, in questa sconfitta, ha influito il dato nazionale di un PD debole, ma anche l'aver dato spazio a giovani molto determinati, presupposto per formare gli amministratori di domani, non ben compreso. Infatti questi ragazzi hanno ottenuto, ingiustamente, pochi consensi. Li ringrazio di cuore per il sostegno che mi hanno dato, così come ringrazio tutti gli altri candidati della mia lista. Essere stato sindaco è stata una esperienza umana e civica di straordinaria soddisfazione"

Martedì 23 c.m. è stata pubblicata la mia replica: "RAMADORI FACCIA AUTOCRITICA"

"Le urne hanno dato una risposta inequivocabile: i moglianesi hanno sonoramente 'bocciato' l'ex Sindaco Silvano Ramadori. C'è stato un complotto? Forse, ma chi l'ha perpetrato e, soprattutto, perché? Penso sia corretto soffermarsi proprio su quest'ultimo interrogativo, visto che l'ex 'primo cittadino' non accenna ad alcuna autocritica. Egli accusa di tradimento tutta la coalizione del 'centrosinistra', forse dimenticando quando, nel 2004, lui per primo disattese ogni impegno assunto con Rifondazione, tanto da determinarne, dopo un paio d'anni di inutili sollecitazioni e chiarimenti, l'uscita dalla maggioranza. Di li a poco anche il 'suo' capogruppo dichiarò la propria dissociazione e tutta la stampa provinciale fu prodiga di notizie sull'argomento.
Non si può infine dimenticare le varie volte che rischiò serie crisi in Consiglio comunale e che solo grazie a qualche opportunista di minoranza gli riuscì di concludere il mandato. Come può allora attribuire a che per anni ne ha subito violazioni e delusioni, sopportato offese e aggressività, il proprio fallimento? Era pubblico e perciò scontato il dissenso che lo caratterizzava alla 'sua' sinistra politica, in parte persino boicottata nei comizi finali. Allora quale tradimento, quale sabotaggio? Se Ramadori ha, oltre ai propri limiti e colpe, da lamentare qualche congiura nei suoi riguardi, è bene che si soffermi esclusivamente nel proprio ambito partitico, anche in considerazione della netta spaccatura determinata da 'primarie' ridicole e pericolose, proprio sotto il profilo della scontata 'ritorsione' che ne sarebbe comunque e reciprocamente seguita.
Allo stato delle cose ritengo che sia utile e intelligente per lui non persistere nel ruolo di vittima (un copione da tempo molto abusato), ma cogliere il senso profondo e significativo di questo suo insuccesso che, forse, non avrebbe così platealmente conseguito se ci avesse, a suo tampo, prestato ascolto. Deve infine prendere atto che la politica è un'arte e non, come ha dichiarato, una professione perché in tal caso si può essere solo 'politicanti'"

domenica 21 giugno 2009

"SESSO E POLITICA"


Seba scrive a Max:
...Mi piacerebbe comunicarti che, durante la tua assenza, le questioni politiche sono migliorate di molto, ma se lo facessi sarei un ipocrita: Berlusca sembra non faccia più l'amore a causa di mancanza di materia prima. Le veline si sono allontanate a colpa del complotto di Murdoch; la sig.ra Lario ha chiuso i battenti a causa di frequentazioni insane con Repubblica e PD.
Da tutto ciò si evince che il Capo non è sessualmente soddisfatto, di conseguenza gli passa la voglia di giocare e se lui non gioca è triste. Se lui è triste gli passa l'ottimismo.
Dimmi tu: senza ottimismo si può governare? Ecco che il teorema dà i suoi risultati: senza donne la politica và male. Ci si mette anche Grillo: ha smascherato l'amore a pagamento che ormai impera nel Parlamento scoprendo le "zoccole" di professione. Come tu sai, l'amore a pagamento che amore è? E poi a causa della iniziativa di Grillo, se una di quelle si accosta a Silvio immediatamente diventano guardoni e viziosi.
In queste condizioni non c'è viagra che tenga; troppa soggezione ammoscia anche la torre Eiffel.
Il pover'uomo rischia di scoppiare a causa dei suoi ormoni insoddisfatti, peggio di quelli di un adolescente. C'è da sperare che stasera (15/6/09 - n.d.r.) in America possa trovare qualche vecchia fiamma per farsi una sveltina: potremmo quindi aspettarci qualche clamoroso e vittorioso decreto per i prossimi giorni.
PS: Perdona la mia mancanza di sensibilità politica in un momento in cui D'Alema dice che potremmo attenderci dei sussulti. Presto ritroverò la mia serenità. Almeno spero.

domenica 14 giugno 2009

"OMUNCOLI DA STRAPAZZO" (ovvero...'nemici alle spalle')


Quando nell'ormai lontano 1981 decisi di tornare a Mogliano, dopo un ventennio trascorso a Milano, a quel tempo punto focale del fermento post sessantottino e delle conseguenti lotte operaie che ne esaltarono il momento storico, trovai nella locale sezione del P.C.I. il naturale riferimento.
La storia della mia famiglia costituiva già un currìculum di tutto rispetto, ma anche il mio impegno nella capitale lombarda supportava quella scelta. L'esperienza mi aveva infatti già posto dinanzi a strutture ed organizzazioni di Partito; non ebbi perciò alcuna titubanza nel mettere subito a disposizione la mia scontata persona.
La situazione del tempo era quella tipica dei paesini di provincia; una Democrazia Cristiana dominante frapposta ad un raggruppamento comunista molto determinato e battagliero che si affidava ai pochi dirigenti locali, caratterizzati, rispetto alla 'base', da maggiore personalità e intraprendenza.
Al momento il referente d'obbligo era Mariano Contigiani, meglio noto come "Vinnella", il cui carisma era pressoché riconosciuto dalla maggioranza dei comunisti moglianesi e dai quadri intermedi della locale 'sezione' di Partito. Altra figura di rilievo era Piero Petrelli, detto "lu Teoricu". In quel periodo non era però al centro dell'attivismo, anzi sembrava alquanto distaccato e avulso. Convinto della necessità di disporre della più ampia adesione mi adoperai, per il suo recupero. Successivamente venni a sapere che si era 'allontanato' per ... dissenso col "rivale" (?) Vinnella.
Il segretario di sezione era Alessandro Seri (Toce), una figura alquanto simbolica visto che gli autentici referenti erano 'Vinnella' e 'lu Teoricu', a quel tempo 'stranamente' in armoniosa sintonia. Io pensavo ad un Partito più organizzato e presente nella realtà territoriale, cercando di caratterizzarlo più sotto il profilo culturale che ideologico. Non ambivo ad alcuna carica istituzionale e neanche di rappresentatività interna; la bacheca, da tempo inattiva, riprese ad essere punto di riferimento cittadino, la diffusione de "l'UNITA'" fu incrementata, le riunioni di Sezione e caseggiato furono 'arricchite' del mio modesto contributo.
Notavo però una progressiva 'avversione' nei miei confronti che contagiava anche molti della 'vecchia guardia'; sopportai la saccenza, i boicottaggi, ogni tentativo di emarginazione con la dovuta serenità e il sostegno dei 'compagni' che vedevano in me un deciso referente per l'auspicato rinnovamento.
Ma perché tanto rancore? Lo compresi abbastanza presto; temevano la mia "concorrenza" intellettuale che ne poteva appannare le 'figure' e 'intralciare' i loro opportunistici obiettivi.
Nel tempo divennero infatti Presidente del CNA e dirigente della Confcoltivatori.
Perché questa banale narrazione? Semplice: non dobbiamo temere gli avversari che si mostrano di fronte, ma gli "autentici nemici", coloro che agiscono alle spalle, i veri traditori di ogni ideale, gli assassini di ogni speranza.
Dopo quasi due decenni, più di un vecchio 'compagno' ha riconosciuto il mio disinteressato impegno e i gravi errori commessi; meglio tardi che mai!.
Intanto però invecchiamo e il mondo sembra andare sempre peggio.

venerdì 12 giugno 2009

"NON AVRAI IL MIO SCALPO"


La tribù dei "Moglicani" si apprestò al grande suffragio. Il vecchio capo della 'Sinistra monca', Gerode, contava baldanzoso su un lustro ricco di testimonianze vaghe, promesse deluse, sorrisi ambigui e un presente di fumogene, catramanti illusioni pre-elettorali. Niente sembrava scalfire la sua certezza sull'esito finale dell'imminente contesa.
Il clan dei "Piedi neri" perseverava, sornione, in un lavoro lento, ma coordinato ed efficace, in diligente attesa degli eventi che avrebbero potuto sovvertire i pronostici che, da decenni, indicavano nei vetusti seguaci di Manitù, i sicuri vincitori. Il ventennale sostegno degli ex 'Falses red' (falsi rossi) ne aveva ancor più garantito il trionfo, tra il soddisfatto gioire del venerabile sciamano Mic scar (lo sfregiato) che stavolta, contrariamente al solito, non sembrava sprizzare il rituale ottimismo.
"Settle bone" (aggiusta ossa), il leader dei "Piedi neri", sondava con ottimistica cautela ogni sviluppo dell'intricata situazione nel campo avverso. Farà un'altra lista? Rimarrà all'angolo inerte? Si vendicherà? Tanti interrogativi per un grande dilemma.
Penna bianca,
il protagonista di tante gloriose battaglie, sembrava rassegnato all'ingrato destino che aveva vergato i suoi ultimi tempi; triste, volto emaciato, con andatura cascante vagava nel villaggio, apparentemente sereno, ma in realtà piuttosto rancoroso, nostalgicamente riandando ai bei tempi che lo vedevano 'gran timoniere' dei "Moglicani".
Qualche piccolo segno, qualche larvata intesa con 'Mount red' (montagna rossa) destarono più di un sospetto sul suo recondito scopo, ma Gerode non sembrava allarmato; il suo fiuto 'professionale' lo rassicurava, seppure qualche segno di nervosismo tradiva talvolta la sua innata protervia. La fedele squaw Taniax in tali rari frangenti non mancava comunque di sostenerlo e incoraggiarlo, ma raramente il suo flebile conforto penetrava nel cuore del rude leader.
Gli scrutini iniziarono nella massima incertezza, ma ben presto esaltazione e delusione segnarono i volti dei tanti sostenitori presenti; i segnali di fumo risultarono omogenei in ogni tenda-seggio.
La disfatta di Derode fu totale. La netta affermazione dei "Piedi neri" fu sottolineata da un tripudio liberatorio incontenibile; una danza collettiva s'improvvisò al centro del villaggio, ondate di fumo segnalarono il trionfo su tutto il territorio, l'àscia di guerra fu, finalmente, disotterrata.
Il capo della tribù, "Settle bone", fu travolto dall'entusiasmo della sua tifoseria e, in diverse occasioni, rischiò addirittura più di un trauma osseo.
Derode risalì velocemente e mestamente le valli che aveva disceso, cinque anni prima, con orgogliosa sicurezza, inseguito dal beffardo ghigno di Penna bianca, che esaltava la sua vendetta al ritmato grido di: "Infame babbeo, non avrai il mio scalpo".
La tribù della sinistra monca vaga tuttòra sconvolta ed esterrefàtta, non ancora in grado di comprendere quale ingrato destino ne segna l'inesorabile declino. Non sarà il caso di cominciare a mandare sul "monte degli spiriti eterni" i tanti logori, incartapecoriti capi tribù che troppi irreparabili danni hanno già combinato?

sabato 6 giugno 2009

TRAVAGLIATA: "Il Partito dell'amore"



Siccome l'Italia non è un regime, tre giorni fa accadono due stupri a Roma: uno consumato, uno sventato per miracolo. Ma la questura non dice niente: vedi che qualche elettore patito della " "sicurezza" capisca che la destra ha tradito anche quella promessa. La notizia esce perché un giornalista, avvertito da un amico poliziotto, la mette su facebbok. Allora la questura è costretta a sputare il rospo.
Sempre tre giorni fa, siccome l'Italia non è un regime, arriva alla Rai, in Viale Mazzini a Roma, una lettera con un proiettile per Michele Santoro. L'ufficio posta la trasmette al posto di polizia, ma nessuno avverte il destinatario, cioè Santoro. Silenzio di tomba per due giorni, dalla Rai e dalla polizia. Così chi l'ha minacciato di morte ha la conferma di quanto già sapeva: Santoro è isolato persino nella sua azienda. Ieri la lettera viene aperta: una foto di Santoro, la scritta "Morirai" e una cartuccia Winchester inertizzata.
Intanto un'altra busta con proiettile arriva a Di Pietro. Il senso è chiaro: chi si mette di traverso sulla strada del padrone d'Italia deve morire. Era già accaduto in un'altra campagna elettorale al calor bianco, quella del 2001: Indro Montanelli ricevette alcune telefonate mute sul suo telefono privato, trovò una lettera minatoria sul tavolo del ristorante dove pranzava e la Digos gli intimò di cancellare le iniziali I.M. dal citofono di casa sua. "Il berlusconismo - commentò il vecchio Indro - è la feccia che risale il pozzo. Questa è la peggior Italia che abbia mai visto. Peggio di quella fascista". E non aveva visto quella di oggi.
(Marco Travaglio - " L'UNITA' " del 6/6/2009)

lunedì 1 giugno 2009

SPESSO TORNANO



A volte non si conoscono i numeri assegnati e allora ci si può affidare al caso, sfruttando opportunamente spazi liberi o scegliendo, a rischio, quelli già coperti da altre appartenenze partitiche. Comunque è infrequente 'accanirsi' sullo stesso simbolo, magari affisso in diverse località; in tal caso gli pseudo-attacchini compiono un consapevole, evidente abuso che impone la conseguente denuncia. L'invito alla delazione è stato persino ribadito dal Prefetto ai rappresentanti dei partiti, nella rituale convocazione, all'inizio della campagna elettorale.
Avrete compreso che si sta parlando degli 'spazi' preposti alla pubblicità elettorale che, come da consuetudine, ogni Comune predispone nel proprio territorio.
Nella "propaganda provinciale Diretta", l'I.d.V. usufruisce del tabellone corrispondente al n°2. E' pertanto in questo definito 'quadro promozionale' che avevamo affisso i nostri manifesti.
Dopo qualche giorno ci vediamo oscurati, sia a Mogliano che a Petriolo, da un concorrente decisamente antagonista. Ohibò! Come mai tanta definita e provocatoria disattenzione? Siamo le sole vittime predestinate o, magari, in 'buona compagnia'? Nel nostro paesello ci consola l'analogia col PD. A Petriolo invece godiamo in 'beata solitudine'.
La mobilitazione della nostra efficente 'squadra attacchinaggio' è veloce e determinata; i temerari "fiammisti" forse ci hanno voluto mettere alla prova. Rapido giro di perlustrazione e conseguente recupero dei diritti offesi. Per quanto ci riguarda, tutto torna rapidamente nella norma, ma l'onta subita impone il "timbro dell'ufficialità": la 'vigilanza urbana' dei due Paesi accoglie, con aperta disponibilità, l'obbligata denuncia.
Occhio 'fiammisti'; prendete atto e ... se e quando intendete riprovarci, orientatevi su altre 'effigi'. I "segugi" del PD non si sono ancora accorti dell'affronto subito; forse hanno scambiato Quattrini per Pasqualetti.

"LA TRIBU' DEI PIEDI NERI"

Nella riserva della "Marca sporca", la tribù della 'sinistra monca' era giunta faticosamente al termine del suo mandato. Un quinquennio di promesse tradite, di inutili attese, di modesta, ordinaria amministrazione. Durante il deludente e faticoso percorso, la nutrita 'maggioranza' iniziale si era inesorabilmente ridotta ai soli rappresentanti del 'clan' degli "augh!"; i "Red men" avevano infatti sancito la loro convinta dissociazione.
Il capo riserva Gerode, ben comprese i pericoli che si addensavano sul suo scrànno e fu allora che sfoderò tutta la prorompente astuzia. Consapevole dei limiti della blanda opposizione dei "Piedi neri", ne sfruttò l'ingenua scaltrezza con seducenti ammiccamenti e adescanti lusinghe. Fu cosi che riusci a concludere il suo deludente, traballante lustro.
La lotta per la successione fu aspra e drammatica, ma solo all'interno della "sinistra monca"; Gerode trionfò sul vecchio "Penna bianca", le cui ambizioni furono frustrate dall'infausto esito di 'primarie' poco irreprensibili, segnate dalla sconcia sagacia dell'avversario.
La tribù dei "piedi neri", che fino a quel momento si stava muovendo con saggia circospezione, fu contagiata da un incontenibile, generalizzato e infausto entusiasmo. Fu l'inizio della fine!
Pervasi da irrefrenabile ottimismo, persero quel briciolo di contegno prudenziale che li aveva fino a quel punto caratterizzati. Tradirono spudoratamente gli accordi sottoscritti con i "red men" e, ormai certi della 'vittoria', sancirono il "Patto" con se stessi. Leader carismatico non poteva che essere"Settle bone", il 'sistema ossa', l'uomo che per oltre un decennio aveva elaborato, con cauto acume, tutte le perdenti strategie della evanescente 'minoranza'.
Fu allora che un macabro vessilo nerazzurro, con bordo tricolore, venne issato sul pennone della Marca, quale presunto monito per avversari ed incerti e forse alludente all'esito vittorioso della finale contesa. Il popolino lo assunse comunque come segno tangibile di sicuro trionfo.
Solo dopo l'apertura dei seggi i 'marcaroli' si resero conto che quello stendardo, in realtà, esaltava i vincitori del campionato calcistico 'amerindo' appena concluso.
Dalle urne l'esito fu quello scontato. La Marca perdurò nella desolante rassegnazione di sempre; nessuna sorpresa, ma, per i meno giovani, la speranza subì un colpo quasi fatale.