sabato 31 ottobre 2009

"COMUNISTI ! COMUNISTI !"

Sono 15 anni che il nostro Primo Ministro giustifica ogni opposizione alla sua discussa figura con una parola: "COMUNISTI". Essendo un uomo di 'marketing', ben sa come il ripetere ossessivamente una espressione volutamente spregiativa, questa finisca per assumere un connotato culturale ampiamente condiviso nel senso voluto.
Bisogna anche dire che la tragica paranoia staliniana, le atrocità cambogiane, il delirio maoista e quant'altro passato alla storia sotto il nome di "comunismo", ha agevolato ogni opposizione agli autentici ideali del pensiero 'comunista', quelli che lo Zingarelli definisce "Sistema politico, economico e sociale fondato sull'abolizione di ogni forma di proprietà privata e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, mediante la collettivizzazione dei beni e dei mezzi di produzione e la distribuzione dei prodotti secondo i bisogni di ciascuno".
Si potrebbe pensare che tale pensiero filosofico sia una peculiatità esclusiva del 'movimento collettivista'; in realtà è anche una evangelica espressione visto che già negli "Atti degli apostoli" (2/44) è scritto: "E tutti quelli che credevano erano insieme, ed avevano ogni cosa in comune; vendevano le possessioni ed i beni, e li distribuivano a tutti secondo il bisogno di ciascuno."
Come si può notare, il senso delle due definizioni non è solo similare, ma quasi sovrapponibile e, se si considera che i primi cristiani furono ferocemente perseguitati, non è forse perché stavano realizzando la... prima società comunitaria?. L'argomento richiederebbe giocoforza una riflessione molto più approfondita, ma già il dubbio dovrebbe consentirci di riflettere sul lungo e tribolato percorso che la liberazione e fraternizzazione umana spesso persegue, ma che finora gli è stato impedito di raggiungere.
Tutto ciò, per doverosa chiarezza, premesso, resta da chiedersi perché Berlusconi si affida al solo appellativo 'comunista' per dileggiare i suoi presunti oppositori. Non ha forse altre e serie argomentazioni? Non ha cultura politica adeguata? E' afflitto da paranoia acuta? Quando definisce "toghe rosse" i magistrati che svolgono soltanto il loro dovere, sa quello che dice?.
Bene ha fatto il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo a rispondergli: "Se le nostre toghe sono rosse, lo sono per il sangue versato dai magistrati che hanno pagato con la vita la difesa della legalità e dei valori costituzionali, a cominciare da Falcone e Borsellino".
Forse il Primo Ministro, che fino ad oggi ha sempre tentato di difendersi dai 'tribunali' e non nelle aule giudiziarie, non vuole ricordare il valore dei tantissimi magistrati, da Rocco Chinnici a Rosario Livatino, da Gaetano Costa a Emilio Alessandrini, Bachelet, Amato e tanti altri, uccisi da brigatisti e dalla criminalità organizzata, financo collusa con apparati dello Stato?.
Riconoscere l'onestà, la dirittura morale, lo spirito di abnegazione e sacrificio di tanti bravi 'servitori dello Stato' lo metterebbe certamente in difficoltà dinanzi alla propria non limpida storia. Ciò lo costringe anche ad affidarsi alla denigrazione, all'offesa, al disperato qualunquismo, all'esaltazione della strafottenza e dell'aggressività, atteggiamenti e locuzioni ben comprensibili dall'ingenua coscienza di tanti poveri di spirito, che non possono o vogliono comprendere la forte debolezza del loro 'leader'.
I tempi che si prospettano sono carichi di foschi presagi; la democrazia è fortemente in pericolo. Forse sarebbe ora che gli autentici "cristiani e comunisti" uscissero dai loro anacronistici recinti e, fuori da ogni schematismo partitico e condizionamento religioso, facessero udire con forza il grido di 'resistenza' e 'liberazione'.
Qualche giorno fa il comunista(?) Diliberto, non più parlamentare per 'raffinati principi ideologici', dopo un incontro con il neo-segretario del PD Bersani, ha detto che " ... su molti punti eravamo in disaccordo; solo su due o tre collimavamo". Possibile che non si sia ancora reso conto che questo è il momento di ricostituire il C.L.N. (Comitato Liberazione Nazionale) di 'partigiana memoria'?.
Non ho mai compreso coloro che ... ' si tagliano i testicoli per fare dispetto alle mogli'.

sabato 17 ottobre 2009

"CONSOLIDAMENTO DI REGIME"

L'hanno seguito, l'hanno filmato, hanno persino interpretato i suoi movimenti, addirittura i suoi pensieri. Con spietata coerenza, hanno messo in atto le minacce che ormai, puntualmente, rivolgono a quanti hanno l'ardire di fare il proprio dovere, di svolgere con serietà e scrupolosità il proprio lavoro, senza guardare in faccia a nessuno.
Così, sulla TV ammiraglia Mediaset (Canale 5) il giudice Raimondo Mesiano, colui che ha condannato la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di Euro alla Cir di De Benedetti per la vicenda relativa alla casa editrice Mondadori, assegnata, vent'anni fa, alla Società di Segrate dal giudice romano Vittorio Metta (di destra o di sinistra?) corrotto, com'è stato appurato, con i soldi di Berlusconi.
Bene, cioè male perché del risoluto giudice milanese che cosa è stato evidenziato per metterlo alla 'berlina' di fronte a milioni di telespettatori? La prima etichetta, banale, ovvia e scontata, è che si tratta di un magistrato di ... estrema sinistra (?), esattamente come tutti coloro che non intendono 'ossequiare' il Grande Fratello. Il resto riguarda il suo abbigliamento (camicia, pantaloni blu, mocassimo bianco e calzini turchesi) e il suo comportamento in attesa davanti al negozio del proprio barbiere e anche dentro, durante la 'rasatura'.
Assolutamente niente di particolarmente stravagante; un modo di agire assai comune, normale. Ma come è stato descritto dal 'povero' conduttore del programma "Mattino 5", Claudio Brachino, di giovedì, 15 ottobre, dove era ospite, guardacaso, il condirettore de "Il Giornale", Alessandro Sallusti ? In modo mellifluo e insinuante (ma non saranno loro i veri 'perversi'?) si è tentato di farlo passare per un soggetto piuttosto nervoso, eccentrico, alquanto 'strano'.
In realtà l'obiettivo non è però solo quello di magnificare per 'originale' un uomo normalissimo, ma di intimorire tutti coloro che non intendono 'piegarsi', che si ostinano a permanere dignitosi, che sanno quanto siano preziosi libertà e democrazia.
Com'è possibile che tutto ciò possa accadere senza che l'opposizione, in particolare il Pd, che pure raccoglie milioni di consensi, faccia sentire la sua voce, promuova iniziative, mobiliti militanti, si agiti, faccia almeno un flebile lamento? E' accettabile che mentre l'Italia corre verso lo sfascio totale, questi afoni menestrelli si gingillino per mesi con un "congresso" avulso da ogni pregnanza politica, senza forti progettualità, tutto incentrato sul ... chi sarà il prossimo segretario?.
E' giusto 'caricare' tutto il contrasto alla furia distruttiva di un mitomane sulle spalle di pochi generosi, che rischiano di apparire sempre più patetici Don Chisciotte? E la gente? Forte è la speranza e l'impegno di quanti sono consapevoli del disastro in arrivo; la partecipazione è sempre attiva e cosciente del ruolo obbligata a svolgere.
Berlusconi, che non è sciocco, però ben sa che una notevole percentuale di elettori è intimidita, non legge, non si informa, non è critica, ma si affida, con estatico 'candore', alla ipnotica 'leggerezza' delle sue tante televisioni. E' per questo che tende al definitivo 'colpo di mano' contro la RAI nel suo insieme (siamo molto oltre il 'conflitto di interessi'), ed in particolare contro quei pochi, decenti programmi culturali che non sono ancora sotto il suo ferreo controllo.
Qualche giorno fa De Magistris ha lanciato un forte richiamo verso tutte le componenti di opposizione, affinché si uniscano contro il comune avversario. Sarà ascoltato?
Se non ora, quando?

venerdì 16 ottobre 2009

"DUE SENTENZE QUATTRO BUGIE"


La doppia sberla subita da Berlusconi sui lodi Mondadori e Alfano ha partorito una serie di balle spaziali che, grazie al silenzio del PD e all'avallo della stampa "indipendente", sono subito diventate Vangelo. (di Marco Travaglio, da l'Espresso)

1. Non è vero che - come strillano i berluscones e ripete Pappagalli della Loggia sul 'Corriere della Sera' - "innovando la sua stessa giurisprudenza, la Consulta ha stabilito che una legge ordinaria non basta, ci vuole una legge costituzionale" per immunizzare le alte cariche. Già nella sentenza del 13.1.2004 che bocciò il lodo Schifani, la Corte scrisse: "Alle origini dello Stato di diritto sta il principio della parità di trattamento rispetto alla giurisdizione, regolato da precetti costituzionali". Poi, per respingere il lodo, ritenne sufficienti quattro profili di incostituzionalità nel merito; quanto al fatto - pure contestato dal Tribunale di Milano - che la schifanata era solo una legge ordinaria, tagliò corto: "Resta assorbito ogni altro profilo di illegittimità costituzionale". Dunque, non disse mai che, per derogare al principio di eguaglianza, basta una legge ordinaria.

2. Non è vero - come scrive Angelo Panebianco sul 'Corriere' - che "nel '94 la caduta del governo Berlusconi fu propiziata dalla garanzia offerta ai congiurati che non ci sarebbero state immediate elezioni anticipate. Ma al Quirinale oggi siede un vero custode della Costituzione come Napolitano". Il primo governo Berlusconi cadde perché la Lega gli tolse la fiducia in dissenso sulla riforma delle pensioni. Scalfaro, con buona pace dello smemorato editorialista, fece quel che gli imponeva la Costituzione: verificò l'esistenza di un'altra maggioranza e la trovò intorno al governo Dini, scelto dallo stesso Berlusconi, che poi gli negò la fiducia. Nessuna congiura, nessun 'ribaltone'.

3. Non è vero che Berlusconi rappresenta il 68 o il 72 per cento degli italiani né che - come strombazza Panebianco - "gode di consensi più forti, secondo i sondaggi, di qualunque governo del recente passato al secondo anno". Le Europee di giugno parlano chiaro: il Pdl ha raccolto 10.807.794 voti, cioè il 35,26% del 60,81% dei voti validi, cioè il 21,47% degli aventi diritto. E la Lega il 6,21. lopposizione parlamentare si divide il 24,75%, quella non approdata in Parlamento oltre il 10, mentre il totale di astensioni, bianche e nulle tocca il 37,17. Traduzione: il centro-destra rappresenta meno del 28 per cento degli elettori, il Pdl un italiano maggiorenne su 5. Berlusconi ha raccolto la miseria di 2,7 milioni di preferenze: il 5,7 per cento degli elettori, poco più di uno su 20.

4. Non è vero che Berlusconi è stato "eletto dal popolo". L'Italia è una repubblica parlamentare: il popolo elegge il Parlamento che esprime una maggioranza in cui il capo dello Stato pesca il presidente del Consiglio. Se il Cavaliere, troppo occupato con i giudici o le escort, non ha tempo per governare, può passare la mano a un collega di partito. Come fanno in tutte le democrazie i politici indagati (imputati non ne risultano).

(16 ottobre 2009)

sabato 10 ottobre 2009

" UN SORRISO LI DISTRUGGERA' "

Un mio vecchio amico, da anni 'emigrato' sulla costa adriatica, ha un 'difficile' rapporto con un coinquilino non italiano a causa, sembra, dei comportamenti poco rispettosi dello straniero, all'origine di incomprensioni e liti che compromettono la civile convivenza del condominio. Mi ha mandato un video, che intimorisce perché non lascia dubbi sull'ineluttabile "fine" della nostra cultura e, forse, della nostra stessa sopravvivenza (che mi è tecnicamente impossibile allegare) a dimostrazione della sua 'comprensibile ostilità'.
E' però lo stesso simpatico amico ad asserire che, comunque, "non si può fare di tutta l'erba un fascio". L'affermazione è assolutamente condivisibile, ma non può essere fine a se stessa, anzi induce ad altre considerazioni se si vogliono seriamente affrontare le problematiche che derivano dall'immigrazione di massa e, in particolare, delle popolazioni più sospette, quelle di colore e le medio orientali.
Premessa: quando nei primi anni sessanta mi trovai catapultato, per ragioni di lavoro, nella metropoli lombarda, oltre a subire la scontata invettiva di "Terrone" da parte delle, allora, maggioranze meneghine, ebbi modo di analizzare il comune sentire degli autoctoni, meno colti, nei confronti di tutti coloro che, per le sole ragioni di sopravvivenza, erano costretti all'esodo dalle natie terre del sud.
La stragrande maggioranza degli immigrati si adattarono rapidamente alla cultura e ai ritmi del luogo. Una infima minoranza preferì invece, per opportunismo o vocazione, dedicarsi ad attività illecite o delinquenziali. Conseguenza immediata di tale devianza, fu la "generalizzazione"; il disprezzo verso gli 'importati' fu così arricchito degli infamanti appellativi di circostanza.
Non più supportati dalla rimossa 'storia', siamo ora tutti ... 'milanesi'; ogni immigrato, grazie anche alla spietata e interessata politica perseguita dalle forze politiche più retrive, diventa, agli occhi di molti italiani, un soggetto pericoloso o comunque infido. Il "sospetto" segna l'inizio dell'inimicizia, dello scontro.
A prescindere, per ovvietà, dal fatto che la "Legge" deve perseguire quanti delinquono, ognuno in proporzione al reato e senza distinzioni di ceto, razza o carica ricoperta, resta da comprendere il perchè di questa perpetua lotta tra 'poveri' e il come tentare di risolverla.
A chi giova, innanzitutto, questa violenza tanto diffusa, questo odio che cova subdolo e brutale negli animi, questa convinzione che ognuno è migliore, più forte, più bravo del "diverso"? Chi trae da sempre, e comunque, vantaggio dal sangue dei derelitti e dalle lotte fratricide alientate da predatori senza scrupoli? Le religioni perché si limitano a gratificare i fedeli più con riti, preghiere, digiuni, e "verità rivelate", anziché mettere esemplarmente e decisamente in atto gli insegnamenti di "fratellanza", "amore", "solidarietà" e "condivisione"? Non è che tra i vertici di ogni "Potére" (economico, politico, religioso, culturale) esiste un unico assioma: il dominio del mondo?.
Sono interrogativi ai quali ognuno può, volendo, facilmente rispondere. Lo faccio con un esempio: un vicino pakistano, quando sono tornato dal ricovero ospedaliero, mi ha gratificato di un inatteso dono: una borsa piena di frutta. Ci siamo abbracciati. L'Amore, che è anche un semplice sorriso, sconfigge fanatismi, abbatte muri, annienta Potéri. Ecco perché ... gli "avidi di Dominio" lo avversano ovunque e in modo assoluto.
Una vita autentica (non una semplice esistenza) dipende esclusivamente da noi, dalla nostra libertà e capacità di AMARE. E' molto semplice; basta vincere la ... paura. Provare per credere!

venerdì 9 ottobre 2009

"FORTUNA CHE SILVIO C'E' ?!"

Sono ormai tre lustri (cioè dalla Sua" scesa in campo") che il 'nostro Premier', probabilmente afflitto, come Veronica Lario ne ha denunciato la malattia, da "infantilismo paranoico", attribuisce ad una serie infinita di categorie, soggetti ed Enti, l'appellativo, secondo lui spregiativo, di "comunista" o, quantomeno, di "sinistra". Tutti coloro cioè che non si allineano o che reputano la sua politica non conforme agli interessi nazionali o che comunque non sono culturalmente 'attratti' dal Suo 'carisma', vengono "catalogati" come 'pericolosi sovversivi', antitaliani, 'belve rosse' indegne della Sua 'comprensione e bontà'.
Verrebbe da ridere se la questione non riguardasse il dramma che da troppi anni stiamo subendo in questa povera Italia, mai così mal ridotta e ovunque sbeffeggiata.
Chi non conosce la "vera" storia dell'uomo di Arcore (e sono purtroppo in tanti), penserà che le mie espressioni siano dettate da acredine o invidia. Nessun sentimento rancoroso alberga invece nel mio sereno animo, tutt'altro; forse, direi, un pò di tenerezza.
Ciò premesso e per puro spirito culturale, analizziamo allora questo astioso accanimento contro i "non allineati" col 'Grande Fratello'. Partiamo da figure esemplari come Falcone e Borsellino (peraltro noto simpatizzante dell'MSI), che hanno pagato con la vita la loro decisa lotta alla "mafia". Domanda: fossero ancora in vita, oggi come oggi, sarebbero considerati di destra o di sinistra?. Travaglio, allievo del grande Montanelli e 'liberale' come lui, è sinistroide oppure un genuino giornalista, che spesso ha criticato D'Alema e C., assolutamente indipendente? E' notoria la sua rigida attinenza ai "fatti", che documenta in spregio a tantissimi rischi, anche fisici, e che nessuno, ad oggi, ha potuto efficacemente ed adeguatamente confutare.
I nove Giudici della Corte Costituzionale che hanno bocciato il "Lodo Alfano", sono catto-comunisti o soggetti al di sopra delle parti che si sono limitati ad applicare, come loro dovere, gli articoli 3 e 138 della Costituzione? Il Presidente della Repubblica, pur noto esponente dell'ex PCI, non aveva ratificato (forse anche affrettatamente) il Lodo medesimo, col plauso dell'intero staff berlusconiano? Santoro, notoriamente di 'sinistra', conduce le sue inchieste con ampia documentazione e alla presenza di esponenti politici o giornalisti di entrambi gli schieramenti. E Vespa perché consente a Berlusconi monologhi in assoluta solitudine? Perché nessun giornalista è 'libero' di rivolgere al Premier domande sgradite o non pre-concordate? La libertà di stampa non è l'esistenza di organi che criticano l'operato del governo, ma la possibilità di esercitare la critica nel pieno rispetto del diritto di farlo senza censure, senza intimidazioni, senza minacce e senza Leggi costruite apposta per condizionare pesantemente i giornalisti. Ma è proprio vero che i mezzi di informazione sono, al 90 o 72% ( ?) gestiti e/o controllati dalla sinistra?
Mi perseguita costantemente un forte dubbio: ma non è che ogni 'testa pensante' che non vuole assoggettarsi alla forza del denaro, che ama l'autentica libertà, che desidera una vita dignitosa e aspira ad un futuro più vivibile, sia rigidamente un "comunistaccio" e invece chi ... si ravviva davanti a 'chiappe e culi' di insipide veline, si assopisce di fronte a volti adulatori e senza domani, si pone aprioristicamente contro coraggiose 'escort' e derelitti in cerca di illusoria speranza, sia tra i coristi di "Fortuna che Silvio c'è"?.

mercoledì 7 ottobre 2009

"LA BALENA NON E' ANCORA A BORDO"

La Corte Costituzionale ha respinto il "Lodo Alfano". La notizia è già felicemente approdata nella materia cerebrale di ogni essere pensante, in tutti coloro che hanno a cuore non solo la democrazia e la libertà, ma anche la stessa qualità della vita.
Si può quindi definire, quella di oggi, una giornata davvero storica perché potrebbe segnare una svolta nella quotidianità di ognuno. Domani sarà sicuramente un giorno meno tenebroso, meno angosciante dopo tanti anni di tensione dovuta alla protervia, sempre più disarticolata e opprimente, dell'attuale classe dirigente.
Qualche riflessione però è bene farla. Innanzitutto il voto della Consulta non è stato unanime; sembra che solo 9 giudici, sui 15 membri della Corte, hanno ritenuto incostituzionale la proposta del Ministro della Giustizia.
In definitiva, se si è ... rispettata la Costituzione, lo si deve alla risicata maggioranza di soli 2 giudici. Certamente una piacevole vittoria, ma non certo tanto rassicurante e indiscutibile. Tra qualche anno potrebbe riproporsi analoga situazione ad personam, come già fu per le Cirielli, Pecorella e Schifani, visto che l'ossessione del Presidente del Consiglio è quella dei Tribunali.
In tal caso, fermo restando il dominio politico, economico e culturale del Premier, ed il suo sempre più invadente condizionamento nei confronti di personalità istituzionali (ben due giudici Costituzionali hanno vantato una cena con i vertici governativi), si può facilmente intuire il fatale destino della nostra invidiabile Costituzione.
Bisogna inoltre chiedersi quali saranno le reazioni di una "destra" sicuramente in difficoltà, ma non certo rassegnata alla fatale deriva. I primi segnali non sono affatto difformi dai tipici atteggiamenti che da sempre caratterizzano il PDL e il suo alleato. La Lega addirittura minaccia il ricorso alla sollevazione popolare e non è pensabile che Berlusconi possa cedere tanto facilmente; il suo appellarsi al consenso elettorale, unica motivazione disponibile, lo rende oltremodo 'disperatamente' arrogante e pronto a qualsiasi reazione, pur di non farsi processare.
Pertanto, come un cetaceo ferito, tenterà sicuramente distruttivi "colpi di coda", quelli più pericolosi e imprevedibili, che possono schiudergli le porte al tanto anelato regime (vedere "Piano di Rinascita Democratica" della P2). Gli 'ascari' e le sue 'truppe cammellate' sono infatti già in fermento per "l'oceanica" manifestazione del prossimo 5 dicembre.
In questo possibile contesto, tutte le forze di opposizione non devono "allentare la guardia" e finirla, finalmente, con le sciocche e interminabili diatribe, finora causa principale del degrado nazionale, e vegliare, unitariamente, sull'evolversi degli avvenimenti. Non è possibile che il PD (assorbito da mesi in un ridicolo 'congresso') e la Sinistra Radicale (6,5% di inutilizzabili consensi), ... "mentre la nave affonda, stiano a disquisire sul colore delle scialuppe". Se la situazione è ancora sostenibile, lo si deve esclusivamente a quei pochi giornalisti, attori, magistrati e intellettuali che, insieme alla sola I.d.V., svolgono coraggiosamente, da oltre un decennio, l'autentica opposizione.
No! la 'balena' non è ancora issata a bordo.

lunedì 5 ottobre 2009

DEMOCRAZIA O DITTATURA "DEMOCRATICA"?

In un Paese autenticamente democratico, il giornalismo dovrebbe essere assolutamente indipendente; deve cioè svolgere il ruolo che ne caratterizza la specificità, che è quella di poter criticare e informare, senza alcun condizionamento, sull'operato delle istituzioni preposte alla gestione politica, economica, legale e culturale della Nazione. Ovviamente ogni giornalista deve attenersi al codice etico e professionale, in modo da garantire il riscontro delle affermazioni e, logicamente, il rispetto della privacy nei confronti delle scelte e dei comportamenti individuali.
Una società veramente democratica dovrebbe essere, anche, caratterizzata dall'indipendenza assoluta della magistratura nei confronti dell'esecutivo. Entrambi dovrebbero conformarsi, quale riferimento d'obbligo, alla Carta Costituzionale i cui princìpi e normative dovrebbero essere finalizzate al bene comune, alla tutela dei cittadini, all'uguaglianza, alla giustizia, alla libertà.
Una collettività meramente democratica dovrebbe alfine distinguersi per la partecipazione reale dei cittadini, chiamati quindi non solo al voto per la nomina dei propri rappresentanti, ma al controllo del loro operato, esigendone trasparenza, onestà, serietà, responsabilità.
Quanti Paesi al mondo possono vantare una simile sovranità popolare? Per quanto è dato sapere, nessuno. Ci sono certamente varie Nazioni che godono di avanzata seppur imperfetta democrazia. Sono in particolare quelle dove la criminalità organizzata (mafia, massoneria coperta, servizi segreti deviati, politica corrotta, ecc.) non è penetrata nei vertici delle strutture istituzionali.
In Italia a che punto siamo? Innanzitutto una doverosa premessa: la nostra Costituzione è indubbiamente tra le più avanzate del mondo. Non raramente viene presa a modello da costituzionalisti di altri Paesi. Il problema perciò è sempre stato la sua progressiva disapplicazione da parte dei Governi che si sono succeduti dal dopoguerra in poi, che l'hanno ritenuta un ostacolo ai loro sempre più bramosi interessi.
Questa opera distruttiva non può però essere volgare, pacchiana; abbisogna del servilismo della stampa, della sottomissione della Magistratura, dell'imbonimento televisivo, del sostegno militare, dell'imbarbarimento, dell’intimorimento, del razzismo, dell'intolleranza; insomma di una serie di elementi che portano al disinteresse, al qualunquismo, alla rassegnazione popolare.
Non tutti però si sottomettono a questa subdola e pericolosa passività. Che succede allora? Esattamente ciò che è possibile, volendo, constatare. Le TV, ormai quasi monopolizzate e manipolate, fanno vedere ciò che viene loro imposto dai 'dirigenti partitici', ben consapevoli del fatto che gli spettatori tendono a credere, acriticamente, a ciò che vedono. Alla stampa ancora 'non assoggettata' la si minaccia e sottopone a sempre più gravi difficoltà economiche. La Magistratura è continuamente sottoposta a violenti attacchi. A quei "servitori dello Stato" che ancora si ostinano a compiere il loro (pericoloso) dovere, li si costringe a trasferimenti, dimissioni e vessazioni (ved. la Forleo, De Magistris, i procuratori di Salerno, ecc.).
George Orwell, nel suo romanzo "1984", predisse la 'fantascientifica' sudditanza delle masse alla follia del "Grande Fratello"; ora sembra che quell’aberrante degrado umano si stia realizzando e consolidando. Non è certo il momento, per quanti hanno a cuore le sorti dell’Italia, dell’indifferenza della superficialità, dell’ingenuità, della sopportazione.

L’affollatissima manifestazione romana del 3 ottobre ha ridato speranza e vigore a quanti resistono al degrado in atto. Essi sanno che il futuro di questa travagliata Nazione dipende “dall’ottimismo della ragione”.