sabato 18 settembre 2010

GLI ONOREVOLI “ROM”


Bossi è ‘scatenato’ contro tutti i ROM e, sulla scia del Presidente francese Sarkozy, vuole cacciarli dall’Italia. Se la totalità di quella etnia nomade fosse riconosciuta affetta da delinquenza patologica, tale da mettere a repentaglio l’intera collettività, ben vengano le espulsioni e… tanti auguri a chi li dovrà ospitare.

Ovviamente così non è come non lo sono tutti gli stranieri che sono approdati in Italia, come non lo erano tutti gli italiani (circa 25 milioni) che sono stati obbligati dalla miseria ad emigrare in molti Paesi del mondo.

Ciò premesso, non resta che mettere in condizioni di … “non nuocere” tutti quei disonesti e farabutti che gravano sulle spalle della collettività. Giusto?

La delinquenza, in un sistema in cui l’agiatezza caratterizza un’infima parte della popolazione mondiale, tende sempre più ad espandersi in rapporto alla necessità imposta dalla sopravvivenza. Nel brutale vivere quotidiano, la lotta tra poveri è sempre più esasperata; negli Stati più ricchi si cerca di criminalizzare (il popolino vota sempre con convinzione chi, falsamente e vilmente, si accanisce contro i “nemici”) anche contro chi in realtà non delinque. Chi si ‘spinella’, chi è ‘nero’, chi è immigrato o comunque ‘diverso’. Non a caso le nostre carceri sono affollatissime di furfanti da strapazzo, il che comporta il periodico “condono” che non solo ne rimette tanti in circolazione, ma (e qui è il vero scopo di tale ‘bontà’) evita la galera a personaggi di ben altra levatura e appartenenza sociale.

Chi sono e dove sono allora tanti di questi privilegiati che, se proprio va loro male, dopo qualche giorno in ‘cella’, se la spassano ai domiciliari o circolano liberamente nei meandri istituzionali, magari coperti e garantiti dalla solidarietà ‘castale’ dei propri colleghi? In Parlamento sono presenti una trentina di inquisiti e anche già condannati. Tra questi lo stesso Bossi che è stato condannato a 8 mesi nel processo per le maxi-tangenti Enimont.

Qualcuno può anche pensare che … non sono soldi nostri. In realtà non è quasi mai così. Basta pensare che la Corte dei Conti ha stimato in 60 miliardi di euro la corruzione annuale in Italia; 1000 € per ogni italiano. Altro che ROM.

Si può ben capire la reazione della persona semplice di fronte al timore di restare vittima di aggressioni o ruberie ad opera di malavitosi da strapazzo, ma questa non solo è opera di disonesti, ma anche della società iniqua e schifosa che ci viene offerta dalla “Classe dirigente”, proprio da coloro che, già ricchi e protetti, persistono a delinquere impunemente e spudoratamente.

La Costituzione italiana è una delle migliori al mondo, ma, innanzitutto, non costituisce punto di riferimento, specie per le grandi, ‘legalizzate’ ruberie. In essa è ribadito il concetto che: “La legge è uguale per tutti”. Una cosa del genere, tanto ovvia che non sarebbe neanche da scrivere; eppure l’illegalità e la furfanteria di Stato regnano sovrani. Conteniamo perciò la paura nei limiti che gli sono propri e apriamo gli occhi di fronte agli autentici mistificatori, partendo da presupposto che il POTERE vive e prospera con l’inganno e la manipolazione delle menti.