sabato 19 febbraio 2011

"LA FORZA DEL PENSIERO"

Chi in Italia, per cultura, dignità o frustrazione ideale, reagisce alle ingiustizie e ai soprusi con la sola forza delle proprie ragioni, veniva, e ancora viene, 'berlusconicamente' tacciato, con stolta intenzione offensiva, addirittura (?!) da comunista.
Sintomatica nel merito è stata la scontata e scomposta reazione 'destroide' alle performance di Benigni e del duo Luca&Paolo, che hanno "infiammato" il recente "Festival di San Remo".
Il primo, autore del sublime e straordinario monologo sulla storia dell'inno di Mameli e del nostro Risorgimento, evidenziato magistralmente attraverso l'esaltazione del fermento e della passione di quegli uomini che, guidati da condottieri di eccezionale levatura politica e morale che ne seppero infiammare animi e ideali, sacrificarono la gioventù e la vita per l'unità d'Italia.
I secondi hanno ritenuto di dare il loro contributo culturale, recitando la straordinaria riflessione sull'indifferenza, origine dei mali del mondo, elaborata dall'intellettuale comunista Antonio Gramsci (morto nelle carceri fasciste, non perché criminale, ma per la sola colpa di... volere pensare liberamente).
Due esibizioni che hanno scosso e sconcertato, non a caso, buona parte dell'elegantissima platea dell'Ariston e milioni di telespettatori, ormai avvezzi a linguaggi banali, insulsi, persino scurrili e aggressivi, nonché ad immagini frivole e spesso volgari, di facile suggestione, fomentatrici di qualunquismo, disimpegno e deresponsabilizzaziòne.
Ecco perché lo spirito libero e il talento di Benigni, supportato dal coraggioso estro dei conduttori de "Le iene" che si sono 'addirittura' valsi dell'immagine di Gramsci, hanno tanto 'scandalizzato' benestanti e benpensanti, nonché scosso e, forse, ridestato a "vita" tanti che seguivano la trasmissione.
Essi hanno osato! Questa è la loro colpa; si sono permessi, come già Biagi, Luttazzi, i Guzzanti, Grillo, Santoro (poi reintegrato dal giudice) e altri non omologati, di esprimere liberamente il proprio pensiero, come dovrebbe essere in ogni società autenticamente democratica. Un atteggiamento cioè pericolosamente contagioso nei confronti dei tanti che ancora hanno dignità e senso della vita.
Un coraggio sintomatico per i tempi che stiamo vivendo, sempre più assimilabili a quelli del ventennio mussoliniano (al posto delle manganellate e dell'olio di ricino, ora una TV suadente e soporifera, molto più omologante, persuasiva e perciò pericolosa) quando lo sforzo del fascismo era quello di soffocare ogni anelito di indipendenza e libertà di pensiero, ritenendole, a ragion veduta, all'origine della presa di coscienza delle masse, relegate nell'ignoranza, oppresse e sfruttate.
Allora bisogna convincersi che conta solamente valutare nel merito ciò che si dice; non la colpa di 'pensarla' diversamente o in un ... modo che non piace al regime.

domenica 6 febbraio 2011

"DOCUMENTO DI RISVEGLIO NAZIONALE"

L’attuale crisi economica dell’Italia, ormai strutturale con un debito pubblico che è il terzo peggiore al mondo, congiuntamente alla degenerazione del sistema culturale, industriale e occupazionale, sprofondati anche a causa di un sistema giustizia ormai al fallimento amministrativo e organizzativo, hanno portato il nostro Paese sull’orlo del baratro del precipizio al quale manca soltanto la certificazione ufficiale di insolvibilità da parte del Fondo Mondiale Internazionale e/o della Banca Centrale Europea. Nel momento in cui si verificherà sarà la bancarotta nazionale.

La nostra democrazia è di tipo rappresentativo. I cittadini eleggono i loro rappresentanti i quali provvedono a governare per conto dei cittadini senza richiedere alcuna partecipazione degli stessi anche per le decisioni di particolare rilevanza per la comunità.

Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono le oligarchie economiche ed anche le mafie che investono ingente denaro nelle campagne elettorali dei candidati che assicurano fedeltà, al di là del contesto ideologico, per poi impiegarli nell’approvazione di normative favorevoli alle èlite economiche, spesso osteggiate dalla gran parte della collettività.

In questo ambito rientrano i provvedimenti legislativi a favore della privatizzazione dell’acqua, delle centrali nucleari, del ponte sullo stretto di Messina, della TAV, del blocco delle intercettazioni, degli inceneritori, rigassificatori ecc. ecc.

I Cittadini, terminata la campagna elettorale, vengono completamente esautorati di ogni potere democratico, subiscono gli interventi cruenti da parte della classe politica e della èlite economica (vedasi caso spazzatura Terzigno) e finiscono con il protestare in piazza di fronte alle squadre delle forze di polizia inviate dalla stessa classe politica per blindare i propri interessi contro la volontà popolare. Poi scopriamo, attraverso validissimi e coraggiosi Magistrati, che gli stessi politici e imprenditori in realtà operano in attività di corruzione danneggiando il territorio e chi lo abita. Vedasi le inchieste sugli sversamenti di liquami in mare, sulla costruzione di case con la sabbia al posto del cemento, sul ladrocinio generale del denaro pubblico ecc.

E’ normale attribuire la colpa di tutto ciò ai partiti italiani ed alla classe politica ma c’è una evidente corresponsabilità degli elettori italiani che, al momento di scegliere i loro rappresentanti, fanno una scelta basata sulle ideologie e sul compromesso piuttosto che porre l’attenzione sulla credibilità del partito ed in particolare del candidato che stanno votando.

In poche parole “ci troviamo in uno stato di minorità di cui noi stessi siamo responsabili”.

La crisi che stiamo vivendo e che sta portando alla povertà numerose famiglie è dovuta quindi alla gestione corrotta della classe dirigente, che sta altresì degradando e contaminando ambiente e paesaggio del bel Paese. Diverse classi sociali sono al collasso: operai, piccoli e medi imprenditori, i giovani e le donne.

Alla luce di tutto ciò, ritenendo indispensabile un radicale cambiamento del nostro contesto sociale, che dovrà essere partecipativo e democratico, ossia elemento fondante della Nuova Democrazia del XXI secolo, partecipativa e non più rappresentativa, il nostro gruppo ha redatto questo documento di “Risveglio Nazionale” breve ma incisivo che riteniamo fondamentale attuare nella nostra quotidianità con le seguenti azioni:

- Uscire dall’anomia, dall’isolamento quotidiano e riscoprire lo status di Cittadino come elemento attivo della società e non come suddito delle oligarchie burocratiche. E’ necessario attivarsi nella politica territoriale attraverso la costante lettura di quotidiani, libri tematici, la partecipazione ad eventi, convegni e manifestazioni organizzati dalle varie Associazioni alle quali iscriversi. E’ fondamentale riscoprire il senso civico di ognuno assopito dai reality della televisione e dalle partite di calcio che hanno fatto perdere identità e autostima.

- Riscoprire i valori etici e culturali, la tradizione e i prodotti enogastronomici locali, che portano beneficio alla salute, all’ambiente, all’economia ed anche allo spirito umano.

- Al momento elettorale NON scegliere i candidati in base ai tabelloni pubblicitari, alle comparse televisive ed alle numerosissime promesse elargite a destra e a sinistra. Bisogna effettuare una analisi approfondita del candidato, della sua storia, del programma che intende attuare. E’ necessario porre pubblicamente delle domande dirette al candidato ed anche scomode per verificarne veridicità e capacità.

E’ fondamentale considerare il futuro amministratore come colui al quale consegniamo le nostre chiavi di casa, pertanto ci dobbiamo fidare ciecamente.

Bisogna altresì uscire dalla dislogica destra/sinistra perché sino ad oggi abbiamo purtroppo verificato che spesso ci sono state convergenze bipartisan proprio su logiche affaristiche (quadrilatero, inceneritori, privilegi ecc.).

- Il candidato deve essere dotato di elevate qualità morali, deve incarnare i valori di onestà e rispetto, deve essere responsabile e capace, umile nell’ascoltare i Cittadini.

- Respingere ogni tipo di leaderismo. I momenti peggiori l’Italia li ha vissuti proprio quando il popolo ha delegato le responsabilità a un leader. La fase storica in cui l’Italia ha visto un nuovo rinascimento è stata quella vissuta dai Padri Costituenti, non c’era un leader ma un organo collegiale, Pertini, De Gasperi, De Nicola, Nilde Iotti, Togliatti e tantissimi altri, che hanno lavorato unitamente e unicamente per il bene del Paese.

Appoggiarsi ad un leader significa da una parte deresponsabilizzare la base e avvilire coloro che sono capaci e non hanno voce, dall’altra permettergli ogni azione anche se contraria alla volontà democratica. Ognuno deve assumersi la propria responsabilità e compartecipare all’attività pubblica e politica. Pertanto è opportuno rifuggire tutti i partiti personalizzati e preferire quelli democratici.

- E’ indispensabile obbligare la classe politica (in particolare consiglieri regionali e parlamentari) ad abbattere i propri privilegi diventati insopportabili alla luce di una crisi economica che vede operai, imprenditori, insegnanti tirare la cinghia e fare enormi sacrifici. Oggi gli unici a non risentire della crisi sono proprio i politici.

- Lungo la nostra storia e in tutti i Paesi del mondo le crisi economiche, politico e sociali hanno sempre favorito il cambiamento, l’avanzamento delle nuove idee.

Oggi più che mai il momento è propizio per avere un Paese che rispecchia le nostre aspettative e possa ridare a tutti noi una prospettiva positiva per il futuro.

E’ necessaria una trasformazione che non può non passare attraverso l’azione che è la fase successiva all’approfondimento teorico, sociale e culturale.

Se fallisce una squadra di calcio la nostra vita va avanti e non subisce contraccolpi, ma se fallisce un comune, una regione o un intero Paese il nostro lavoro è a rischio, il futuro dei nostri figli e nipoti annientato, la nostra dignità calpestata.

Noi cittadini sino ad oggi siamo stati trattati come burattini video diretti e sudditi delle classi di potere.

E’ ora di cambiare e per cambiare dobbiamo partire da NOI stessi.

Il nostro impegno quotidiano potra’ essere “penso, dico, faccio”.

Concludiamo il nostro documento con un celebre invito alla collettività da parte del Giudice Giovanni Falcone, mai come oggi un invito ad agire:

OGNUNO DI NOI DEVE COMPIERE FINO IN FONDO IL PROPRIO DOVERE, COSTI QUEL CHE COSTI, QUALSIASI SIA IL SACRIFICIO DA SOPPORTARE PERCHE’ E’ IN CIO’ CHE STA L’ESSENZA DELLA DIGNITA’ UMANA

Firmato

Comitato Esecutivo “Cultura, Legalità & Progresso”

www.mitutelo.it