martedì 9 marzo 2010

"6 Marzo 2010 all'Aquila"

6 Marzo 2010, una data che rimarrà impressa nella memoria.
All'Aquila, con il popolo delle agende rosse, alla ricerca di Giustizia e Verità ho trovato tanta gente; gli aquilani, i viareggini e i cittadini di Giampileri in Sicilia, con le foto dei loro cari, hanno marciato con noi, agende rosse marchigiane, per urlare, con doveroso silenzio, la nostra indignazione alla fame di giustizia che pervade il nostro Paese.
Don Alex Zanotelli ama ripetere che noi stessi siamo il risultato dei nostri incontri e di quello che impariamo dalle nostre relazioni sociali. Dopo aver ascoltato la mamma di David, la mamma di Emanuela, la lettera dell'operaio della Tissen, i nomi delle vittime del terremoto e della strage di Viareggio, mi sono sentita diversa, più ricca di sentimenti, di amici e orgogliosa di aver dato un minimo di conforto a quei genitori che hanno subito un dolore immenso e che ancora non hanno potuto dare giustizia ai loro cari, per una indifferenza imperante, pesante, opprimente.
Al carnevale di Livorno non volevano leggere i nomi delle vittime viareggine:potevano disturbare l'allegria forzata di una patina massmediale, una sorta di pantomima televisiva dove lo spettacolo deve continuare e che non bisogna interrompere.
Occorre mettere al "centro" l'Uomo e la sua autenticità, non il profitto, serve la speranza intelligente contro l'ottimismo stupido, televisivo. La speranza che uomini come Salvatore Borsellino e donne come Sonia Alfano, ci trasmettono con le loro parole, ma soprattutto con la loro coerenza, la speranza che il mondo può essere diverso, solidale e più giusto.
I duri e puri che vogliono mantenere separate questa persone per una logica di appartenenza politica non devono avere spazio. Noi siamo plurali, non inquadrabili dentro una categoria particolare, ma ci unisce l'autonomia critica di cui Romolo ci ha parlato in autobus. Noi dobbiamo strumentalizzare i politici che sottoscrivono le nostre istanze e non permetteremo la strumentalizzazione di chi vuole solo cavalli da cavalcare.
Come si fa? Semplice, occorre riconoscere, ed è possibile, la veridicità delle persone e la loro coerenza, con l'esame della credibilità dei loro comportamenti, e soprattutto con la loro partecipazione. Chi agita l'agenda rossa, senza aver mai condiviso l'anelito di verità e giustizia e senza aver mai partecipato a nessuna iniziativa, ma solo perché la platea è numerosa, non può essere considerato credibile. Le parole delle persone, pronunciate in un'assise più o meno numerosa, trasudano o meno convinzione e coerenza; sta a noi valutarne la credibilità e/o la mancanza totale di convinzione. (Tiziana Streppa)

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