lunedì 28 settembre 2009

QUELLI "dell'AGENDA ROSSA"

"E' vero; noi siamo quelli del Partito degli Onesti". Con questa convinta affermazione Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ucciso (con la scorta) da "...pezzi dello Stato o da qualcuno che serviva quei pezzi dello Stato" si rivolge al Presidente della Repubblica, Napolitano, che ... "era stato invitato alla manifestazione, ma ha declinato l'offerta adducendo che si trattava di una manifestazione di Partito".
Le migliaia di partecipanti, di appartenenza partitica eterogenea o senza alcun referente politico, hanno accolto l'appello dell'Associazione familiari vittime della mafia, e durante il percorso fino a piazza Navona, hanno scandito slògan contro il lodo Alfano, lo scudo fiscale e i tagli alle forze dell'ordine.
Alla testa del corteo, sorretto tra gli altri anche da Sonia Alfano (omònima, ma non parente del Ministro della Giustizia), Luigi De Magistris, Gioacchino Genchi e lo stesso Borsellino, un eloquente striscione sintetizza lo spirito dell'iniziativa: "Apri gli occhi. Osserva, non chiudere le orecchie, ascolta. Solo così sentirai il fresco profumo di libertà".
I motti più scanditi, in una coreografia caratterizzata dal colore vermiglio delle tante agende che i partecipanti sventolano, sono "Fuori Mancino dal CSM", "Berlusconi fatti processare", "Il lodo Alfano serve solo al nano", "Fuori Dell'Utri dal Senato"; tutti rivelatori di una realtà che sembra ormai inconfutabile: la presenza della mafia dentro le istituzioni. Quando il corteo arriva a via delle Botteghe oscure, è d'obbligo una breve sosta per ricordare Enrico Berlinguer con un grido ritmato e commosso: "Sei stato l'unico".
Non è forse casuale che il degrado politico e culturale che stiamo vivendo, sia conseguenziale anche alla scomparsa dell'agenda rossa, dove il magistrato, assassinato il 19 luglio 1992 in Via D'Amelio, annotava appunti preziosi e decisivi per le sue indagini.
Sul palco allestito in piazza Navona non si sono alternati solo i personaggi di maggiore spicco. Di Pietro, l'unico uomo di Partito che ha condiviso l'iniziativa (aperta a tutti), è intervenuto con una schietta e dura condanna nei confronti dell'organizzazione mafiosa. Anche Pino Masciari, l'imprenditore calabrese che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi taglieggiatori e per questo vive, con la famiglia, sotto la costante minaccia della vendetta malavitosa, un'esistenza disumana. Non sono mancate voci di giovani, che hanno espresso forza e speranza, e di giornalisti investigativi, tra cui Carlo Vulpio, che hanno denunciato intimidazioni e vessazioni non solo da parte della criminalità organizzata, ma anche dei responsabili dei loro giornali.
La giornata delle agende rosse si chiude con l'appello di Salvatore: "Cosa voglio? La verità. E' troppo? E' un atto eversivo?". Il dubbio avvolge la gente che affolla la piazza e chiude una giornata ricca di vita. Il resto lo deleghiamo alla storia.

1 commento:

  1. Un'altra figuraccia del Presidente della Repubblica (delle banane).
    Ieri addirittura imbarazzante quando ha affermato che ha firmato lo scudo fiscale "perchè tanto se non lo firmo me lo rimandano indietro e sono costretto a firmarlo" (http://www.youtube.com/watch?v=GWZYjGpsNtw).
    Forse dimentica il significato politico e soprattutto morale che rivestirebbe il suo non firmare...
    Ciao.

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