sabato 11 luglio 2009

"IL COITO INTERROTTO DEI PAPI BOYS"

PdL 35,26. Le attese erano per un 40 % o quasi, quindi c'è delusione (parzialmente fugata dai rovesci del centro-sinistra nelle amministrative). Molti non sono andati a votare, altri hanno scelto Lega o Casini. Doveva essere l'apoteosi, è stato un coito interrotto. Daniele Capezzone ha prontamente stilato le cinque cause del quasi insuccesso. 1) La campagna diffamatoria degli organi di informazione, notoriamente di sinistra (soprattutto le tivù). 2) La cessione di Kakà. 3) La cessione di Veronica Lario. 4) La mancata cessione di Noemi Letizia. 5) El Pais.
Capezzone, il cui cognome è non a caso doppiamente fallico, ha come sempre ragione. Lo stimo molto, mi ispiro a lui (soprattutto quando ho problemi di diuresi). Credo però ci siano state altre concause che hanno tramato contro il centro-destra: il buco dell'ozono, la fine delle mezze stagioni e la conformazione cranica a fagiolo zolfino di Sandro Bondi (nulla è più triste di un fagiolo zolfino: non so perché, ma è così).
Silvio Berlusconi l'ha presa molto bene. Per una settimana si è chiuso in uno stizzito mutismo, poi ha sobriamente parlato di complotto (questa è nuova), disfattismo (ah si?) e "trame eversive". Considerato che tutto sommato ha comunque vinto, vien da chiedersi: che faceva se perdeva? Invadeva la Libia sulle note di Balla di Umberto Balsamo, facendo "cucù" all'amico Gheddafi prima di colonizzarlo in segno di stima? Bah.
Di Berlusconi piace (anche) la sobrietà. E' uno che non va mai sopra le righe. Mai. Perfino quando lo criticano, lui è disponibile. Sempre. Per questo lo amiamo. Per questo e per quel suo lessico desunto dalla lettura random dello Scarabeo. "Criminoso", "insufflato", "grumi eversivi": il Cavaliere è un innovatore anche linguistico, non solo politico. La sua dialettica è un incrocio tra un Devoto Oli per dislessici e una conferenza in armeno di Trapattoni. Berlusconi parla come una parrucchiera convinta di essere colta ( e quel che è peggio pensa come una parrucchiera convinta di essere parrucchiera).
(Andrea Scanzi - "MicroMega" 4/2009)

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