venerdì 28 agosto 2009

"SEGNO DEI TEMPI"

Caro Diego, visto che mi hai rivolto una replica personale, è per me giocoforza scendere (cosa che non si ripeterà) ad analogo, inusuale livello.

Premessa: non ho avuto la fortuna di una professoressa tanto saggia come la tua e posso quindi permettermi di sbagliare, com’è umano, ad esprimere una opinione o una critica; mi sorprende però che tu non sia stato altrettanto coerente con quanto dalla brava insegnante appreso. Pazienza o forse è meglio così!

1) Ho goduto del piacere di giocare con Dino Ferretti; una breve, ma profonda esperienza che mi ha consentito di apprezzarne la grande passione calcistica, il profondo rigore umano e la serietà caratteriale.

2) Nell’agosto 2007, in occasione del ‘Memorial’ a lui dedicato, ho prima formulato un pubblico encomio alla sua persona e successivamente giocato (come già nel 2006) per onorarlo nel modo a lui più affine.

3) Ho sempre espresso ai suoi familiari la mia profonda e sincera ammirazione per il loro congiunto, che un brutale destino ha prematuramente strappato alle loro passioni e gioie quotidiane.

4) Sono lieto che il suo valore umano sia riconosciuto.

Tutto ciò premesso, ribadisco che titolargli una struttura pubblica (anziché una Associazione, una squadra di calcio, una sede privata, ecc.), sia da considerarsi un errore per il rischio di offenderne la memoria. Perché? Semplice: perché non possiede quei requisiti, quei meriti che caratterizzano tutte le figure che risaltano i luoghi pubblici. E’ per lo stesso motivo, mi sembra logico, che non si è mai ritenuto di attribuire ad altri (Duilio Petrelli, Mario Caraceni, ecc.) analogo ‘riconoscimento’.

Se per esempio si titolasse il Teatro “Apollo” a Massimo Girotti, ogni forestiero, turista o estraneo alla realtà locale vorrà sapere le affinità del grande attore con Mogliano, paese in cui è nato. Nessuno chiederà: “Chi era costui”.

Quando, nel dopoguerra, il vecchio campo sportivo fu titolato a Felice Morichetti, a coloro che ne chiedevamo i lustri, si rispondeva, senza esitazioni, che era un moglianese barbaramente trucidato dai nazisti.

Di Dino che si potrà dire oltre al fatto che era una bravissima persona e un buon calciatore dilettante? Mi sembra un po’ poco per una vincolante e impegnativa titolazione. Non convieni?

Per quanto riguarda la mia identità, al di là delle scontate e simpatiche illazioni che aprono il tuo scritto, credo di potermi semplicemente e modestamente definire un soggetto “gioiosamente e dignitosamente libero”. Ti sembra poco?

Grazie, quindi, per avermi offerto questa occasione e mi raccomando, attentissimo alle sordide, insidiose e pericolosissime … SINISTRE SPECULAZIONI.

P.S. Mi ricordi qualcuno; ma chi?

Romolo

2 commenti:

  1. Romolo trovo chiare le tue argomentazioni ed anche espresse con risolutezza, non posso che trovarmi d'accordo con te..anche perché gli attacchi personali sanno tanto di intimidazione e mostrano che il lupo cambia il pelo, adesso azzurro prima nero, ma non il vizio.
    EG

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  2. Non so in che mondo vivete, ma il lupo non perde mai nè pelo nè vizio. Vi ricordo solamente che solo poi potevate credere che il patto per mogliano fosse un'associazione "apartitica", non sono certo questi fatti che lo confermano, era nel DNA delle persone che lo compongono, per cui nulla di nuovo all'orizzonte. Con Diego Falconi non ci si può parlare nemmeno di calcio che è la cosa più stupida di questo mondo, figuriamoci del resto, e soprattutto dimostra qual'è il suo livello di democrazia. Capisce tutto lui, e questo è un vizio che hanno in molti dentro il Patto. Esprimo solidarietà a Romolo e condivido tutto ciò che ha scritto, ma la prossima volta nopn ti confondere più con il patto, e non ti far illudere dalle belle parole perchè poi dietro le spalle .....

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