sabato 10 ottobre 2009

" UN SORRISO LI DISTRUGGERA' "

Un mio vecchio amico, da anni 'emigrato' sulla costa adriatica, ha un 'difficile' rapporto con un coinquilino non italiano a causa, sembra, dei comportamenti poco rispettosi dello straniero, all'origine di incomprensioni e liti che compromettono la civile convivenza del condominio. Mi ha mandato un video, che intimorisce perché non lascia dubbi sull'ineluttabile "fine" della nostra cultura e, forse, della nostra stessa sopravvivenza (che mi è tecnicamente impossibile allegare) a dimostrazione della sua 'comprensibile ostilità'.
E' però lo stesso simpatico amico ad asserire che, comunque, "non si può fare di tutta l'erba un fascio". L'affermazione è assolutamente condivisibile, ma non può essere fine a se stessa, anzi induce ad altre considerazioni se si vogliono seriamente affrontare le problematiche che derivano dall'immigrazione di massa e, in particolare, delle popolazioni più sospette, quelle di colore e le medio orientali.
Premessa: quando nei primi anni sessanta mi trovai catapultato, per ragioni di lavoro, nella metropoli lombarda, oltre a subire la scontata invettiva di "Terrone" da parte delle, allora, maggioranze meneghine, ebbi modo di analizzare il comune sentire degli autoctoni, meno colti, nei confronti di tutti coloro che, per le sole ragioni di sopravvivenza, erano costretti all'esodo dalle natie terre del sud.
La stragrande maggioranza degli immigrati si adattarono rapidamente alla cultura e ai ritmi del luogo. Una infima minoranza preferì invece, per opportunismo o vocazione, dedicarsi ad attività illecite o delinquenziali. Conseguenza immediata di tale devianza, fu la "generalizzazione"; il disprezzo verso gli 'importati' fu così arricchito degli infamanti appellativi di circostanza.
Non più supportati dalla rimossa 'storia', siamo ora tutti ... 'milanesi'; ogni immigrato, grazie anche alla spietata e interessata politica perseguita dalle forze politiche più retrive, diventa, agli occhi di molti italiani, un soggetto pericoloso o comunque infido. Il "sospetto" segna l'inizio dell'inimicizia, dello scontro.
A prescindere, per ovvietà, dal fatto che la "Legge" deve perseguire quanti delinquono, ognuno in proporzione al reato e senza distinzioni di ceto, razza o carica ricoperta, resta da comprendere il perchè di questa perpetua lotta tra 'poveri' e il come tentare di risolverla.
A chi giova, innanzitutto, questa violenza tanto diffusa, questo odio che cova subdolo e brutale negli animi, questa convinzione che ognuno è migliore, più forte, più bravo del "diverso"? Chi trae da sempre, e comunque, vantaggio dal sangue dei derelitti e dalle lotte fratricide alientate da predatori senza scrupoli? Le religioni perché si limitano a gratificare i fedeli più con riti, preghiere, digiuni, e "verità rivelate", anziché mettere esemplarmente e decisamente in atto gli insegnamenti di "fratellanza", "amore", "solidarietà" e "condivisione"? Non è che tra i vertici di ogni "Potére" (economico, politico, religioso, culturale) esiste un unico assioma: il dominio del mondo?.
Sono interrogativi ai quali ognuno può, volendo, facilmente rispondere. Lo faccio con un esempio: un vicino pakistano, quando sono tornato dal ricovero ospedaliero, mi ha gratificato di un inatteso dono: una borsa piena di frutta. Ci siamo abbracciati. L'Amore, che è anche un semplice sorriso, sconfigge fanatismi, abbatte muri, annienta Potéri. Ecco perché ... gli "avidi di Dominio" lo avversano ovunque e in modo assoluto.
Una vita autentica (non una semplice esistenza) dipende esclusivamente da noi, dalla nostra libertà e capacità di AMARE. E' molto semplice; basta vincere la ... paura. Provare per credere!

1 commento:

  1. gli emigrati italiani veniano selezionati non inseriti cosi allo sbando.
    e le leggi italiane puniscono chi ha da perdere, ma loro qui non hanno nulla, e trasferiscono tutto nei loro paesi d' origine e non vogliono adattarsi alle nostre usanze. anzi pretendono che noi ci adattiamo alle loro.
    un piccolo esempio pakistano due figli moglie a carico, prende assegni, ma li lascia in pakistan, costa di meno.

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