Sono 15 anni che il nostro Primo Ministro giustifica ogni opposizione alla sua discussa figura con una parola: "COMUNISTI". Essendo un uomo di 'marketing', ben sa come il ripetere ossessivamente una espressione volutamente spregiativa, questa finisca per assumere un connotato culturale ampiamente condiviso nel senso voluto.
Bisogna anche dire che la tragica paranoia staliniana, le atrocità cambogiane, il delirio maoista e quant'altro passato alla storia sotto il nome di "comunismo", ha agevolato ogni opposizione agli autentici ideali del pensiero 'comunista', quelli che lo Zingarelli definisce "Sistema politico, economico e sociale fondato sull'abolizione di ogni forma di proprietà privata e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, mediante la collettivizzazione dei beni e dei mezzi di produzione e la distribuzione dei prodotti secondo i bisogni di ciascuno".
Si potrebbe pensare che tale pensiero filosofico sia una peculiatità esclusiva del 'movimento collettivista'; in realtà è anche una evangelica espressione visto che già negli "Atti degli apostoli" (2/44) è scritto: "E tutti quelli che credevano erano insieme, ed avevano ogni cosa in comune; vendevano le possessioni ed i beni, e li distribuivano a tutti secondo il bisogno di ciascuno."
Come si può notare, il senso delle due definizioni non è solo similare, ma quasi sovrapponibile e, se si considera che i primi cristiani furono ferocemente perseguitati, non è forse perché stavano realizzando la... prima società comunitaria?. L'argomento richiederebbe giocoforza una riflessione molto più approfondita, ma già il dubbio dovrebbe consentirci di riflettere sul lungo e tribolato percorso che la liberazione e fraternizzazione umana spesso persegue, ma che finora gli è stato impedito di raggiungere.
Tutto ciò, per doverosa chiarezza, premesso, resta da chiedersi perché Berlusconi si affida al solo appellativo 'comunista' per dileggiare i suoi presunti oppositori. Non ha forse altre e serie argomentazioni? Non ha cultura politica adeguata? E' afflitto da paranoia acuta? Quando definisce "toghe rosse" i magistrati che svolgono soltanto il loro dovere, sa quello che dice?.
Bene ha fatto il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo a rispondergli: "Se le nostre toghe sono rosse, lo sono per il sangue versato dai magistrati che hanno pagato con la vita la difesa della legalità e dei valori costituzionali, a cominciare da Falcone e Borsellino".
Forse il Primo Ministro, che fino ad oggi ha sempre tentato di difendersi dai 'tribunali' e non nelle aule giudiziarie, non vuole ricordare il valore dei tantissimi magistrati, da Rocco Chinnici a Rosario Livatino, da Gaetano Costa a Emilio Alessandrini, Bachelet, Amato e tanti altri, uccisi da brigatisti e dalla criminalità organizzata, financo collusa con apparati dello Stato?.
Riconoscere l'onestà, la dirittura morale, lo spirito di abnegazione e sacrificio di tanti bravi 'servitori dello Stato' lo metterebbe certamente in difficoltà dinanzi alla propria non limpida storia. Ciò lo costringe anche ad affidarsi alla denigrazione, all'offesa, al disperato qualunquismo, all'esaltazione della strafottenza e dell'aggressività, atteggiamenti e locuzioni ben comprensibili dall'ingenua coscienza di tanti poveri di spirito, che non possono o vogliono comprendere la forte debolezza del loro 'leader'.
I tempi che si prospettano sono carichi di foschi presagi; la democrazia è fortemente in pericolo. Forse sarebbe ora che gli autentici "cristiani e comunisti" uscissero dai loro anacronistici recinti e, fuori da ogni schematismo partitico e condizionamento religioso, facessero udire con forza il grido di 'resistenza' e 'liberazione'.
Qualche giorno fa il comunista(?) Diliberto, non più parlamentare per 'raffinati principi ideologici', dopo un incontro con il neo-segretario del PD Bersani, ha detto che " ... su molti punti eravamo in disaccordo; solo su due o tre collimavamo". Possibile che non si sia ancora reso conto che questo è il momento di ricostituire il C.L.N. (Comitato Liberazione Nazionale) di 'partigiana memoria'?.
Non ho mai compreso coloro che ... ' si tagliano i testicoli per fare dispetto alle mogli'.
sabato 31 ottobre 2009
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Grande Romolo, come sempre hai fatto un'analisi semplice e acuta.
RispondiEliminaSai quel che penso di "BerlusKaiser" e quindi non rimarco le parole che hai scritto; ma sulla sinistra sì. Vergognoso è non capire (o non voler capire) che solo unendosi e coprendo quelle piccole differenze che come sempre caratterizzano gli uomini di sinistra, si può combattere questo stato non più democratico.
E' con fermezza e convinzione che dico che solo l'unione fà la forza.
Fabroma.
Il Berlusconi che grida al lupo al lupo (lupo=comunista) ad ogni avversa sortita di qualche povero cristo, è lo specchio della massa di lobotomizzati suoi elettori; il facile qualunquismo è di successo nella nostra povera Italia.
RispondiEliminaSinistra unita sì, ma ripartire da un punto fermo, cioè la lotta contro la predetta piaga a colpi di cultura e informazione libera. Ci siamo stufati di questi dementi che ci governano. E siamo tanti.
Ciao.
Credo che più che una riunificazione delle sinistre occorra una "ricostruzione" della sinistra. Ricostruire un tessuto culturale che è venuto progressivamente a mancare da ben prima della discesa in campo di Berlusconi e che ahimè conteneva in tutto e per tutto il virus berlusconiano.
RispondiEliminaQuanto Loris commenta (amaramente) è assolutamente condivisibile; aggiungo che forse "l'anima del 'CHE' (l'Uomo nuovo) l'hanno compreso in pochissimi. Forse perché si ha paura di di ... liberarsi. Quando si abbisogna di un Padre, i Berlusconi sono sempre pronti. Romolo
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