domenica 14 giugno 2009
"OMUNCOLI DA STRAPAZZO" (ovvero...'nemici alle spalle')
Quando nell'ormai lontano 1981 decisi di tornare a Mogliano, dopo un ventennio trascorso a Milano, a quel tempo punto focale del fermento post sessantottino e delle conseguenti lotte operaie che ne esaltarono il momento storico, trovai nella locale sezione del P.C.I. il naturale riferimento.
La storia della mia famiglia costituiva già un currìculum di tutto rispetto, ma anche il mio impegno nella capitale lombarda supportava quella scelta. L'esperienza mi aveva infatti già posto dinanzi a strutture ed organizzazioni di Partito; non ebbi perciò alcuna titubanza nel mettere subito a disposizione la mia scontata persona.
La situazione del tempo era quella tipica dei paesini di provincia; una Democrazia Cristiana dominante frapposta ad un raggruppamento comunista molto determinato e battagliero che si affidava ai pochi dirigenti locali, caratterizzati, rispetto alla 'base', da maggiore personalità e intraprendenza.
Al momento il referente d'obbligo era Mariano Contigiani, meglio noto come "Vinnella", il cui carisma era pressoché riconosciuto dalla maggioranza dei comunisti moglianesi e dai quadri intermedi della locale 'sezione' di Partito. Altra figura di rilievo era Piero Petrelli, detto "lu Teoricu". In quel periodo non era però al centro dell'attivismo, anzi sembrava alquanto distaccato e avulso. Convinto della necessità di disporre della più ampia adesione mi adoperai, per il suo recupero. Successivamente venni a sapere che si era 'allontanato' per ... dissenso col "rivale" (?) Vinnella.
Il segretario di sezione era Alessandro Seri (Toce), una figura alquanto simbolica visto che gli autentici referenti erano 'Vinnella' e 'lu Teoricu', a quel tempo 'stranamente' in armoniosa sintonia. Io pensavo ad un Partito più organizzato e presente nella realtà territoriale, cercando di caratterizzarlo più sotto il profilo culturale che ideologico. Non ambivo ad alcuna carica istituzionale e neanche di rappresentatività interna; la bacheca, da tempo inattiva, riprese ad essere punto di riferimento cittadino, la diffusione de "l'UNITA'" fu incrementata, le riunioni di Sezione e caseggiato furono 'arricchite' del mio modesto contributo.
Notavo però una progressiva 'avversione' nei miei confronti che contagiava anche molti della 'vecchia guardia'; sopportai la saccenza, i boicottaggi, ogni tentativo di emarginazione con la dovuta serenità e il sostegno dei 'compagni' che vedevano in me un deciso referente per l'auspicato rinnovamento.
Ma perché tanto rancore? Lo compresi abbastanza presto; temevano la mia "concorrenza" intellettuale che ne poteva appannare le 'figure' e 'intralciare' i loro opportunistici obiettivi.
Nel tempo divennero infatti Presidente del CNA e dirigente della Confcoltivatori.
Perché questa banale narrazione? Semplice: non dobbiamo temere gli avversari che si mostrano di fronte, ma gli "autentici nemici", coloro che agiscono alle spalle, i veri traditori di ogni ideale, gli assassini di ogni speranza.
Dopo quasi due decenni, più di un vecchio 'compagno' ha riconosciuto il mio disinteressato impegno e i gravi errori commessi; meglio tardi che mai!.
Intanto però invecchiamo e il mondo sembra andare sempre peggio.
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