lunedì 9 novembre 2009

"IL FUTURO? SVEGLIA FRATELLI!"


Gli uomini delle istituzioni, non eletti dal popolo ma imposti dai Partiti, brancolano nel buio assoluto. Non solo per mancanza di 'coperture' con la conseguente sospensione, la prima nella storia repubblicana, dei lavori alla Camera, ma per la totale negazione del ... senso dello Stato.
Non si tratta di una lacuna estemporanea; sono ormai tre lustri che i governi navigano a vista, succubi più delle vicissitudini dell'uomo più inquisito al mondo che delle problematiche, anche gravi come la crisi in atto, della nazione.
Il collante che per tanti anni ha tenuto insieme un'accozzaglia di opportunisti senza scrupoli è stata la finalità che ha accomunato, con qualche generosa eccezione, tutta la 'casta' politicante interessata esclusivamente alla strenua difesa dei propri privilegi e delle invereconde bramosie che hanno condotto il Paese alla soglia della catastrofe.
Il debito pubblico è drammatico (1.700 miliardi di €) e sembra destinato a dilatarsi; il PIL (prodotto interno lordo), la ricchezza della nazione, è in fase decrescente. Il lavoro un 'privilegio', la sopravvivenza sempre più stentata.
In un contesto così preoccupante, nascosto o sminuito da scandali di 'palazzo', informazione edulcorata e/o fuorviante, editti e proclamazioni di un Premier in perenne esaltazione, si accetta con pietosa rassegnazione persino la richiesta di un emerito 'nessuno' come Vespa (che chiede un compenso lordo annuo di 'soli' 1.600.000 € per il rinnovo contrattuale del salotto berlusconiano "Porta a porta"). Anche i lauti stipendi (sempre in fase di rapida ascensione) di dirigenti, manager e parlamentari non stimolano 'rabbia reattiva', ma, tutt'al più, nauseato sbigottimento e rancore estemporaneo.
In tutto questo baillàmme, e tra un assurdo "Ponte sullo Stretto" e anacronistiche "Centrali atomiche", si corre verso ... la privatizzazione dell'acqua; non solo un affare da miliardi per pochi grandi gruppi privati, ma la trasformazione di un bene pubblico di vitale importanza, in merce.
I creduloni, che purtroppo non sono mai minoranza, hanno subito 'abboccato' all'amo. Convinti che il "privato è bello" già esultano sulle rovine di un pubblico irresponsabile, raramente in grado di essere ad un dignitoso livello di rispetto dei cittadini e pertanto ogni òra facilmente denigrabile, ma comunque (vedi drammatico degrado attuali FS) sempre meno peggio della voracità privata che ha un solo parametro di riferimento: il PROFITTO.
Tale 'fissazione' multinazionale si basa sul contenimento degli investimenti (meno manutenzioni, meno personale, materiale a buon mercato, sub-appalti speculativi, ecc.) e sull'aumento dei prezzi. Città come Caltanisetta e Arezzo (rispettivamente oberate da una spesa per l'acqua di 445 e 363 € annui medi per famiglia) ne sono l'esempio più rilevante di privatizzazione speculativa. Il tutto senza contare la reggenza discrezionale e/o ricattatòria dei gestori. Insomma un bussiness di circa otto miliardi, che lo Stato elargisce consentendone il ... furto legalizzato.
Il 'pubblico' potrà rimanere, ma solo con una quota massima del 40% della società; ciò significa che ogni decisione sarà assunta dal 'socio', privato, di maggioranza.
Questo è solo l'inizio; il resto dei servizi pubblici locali (gas, trasporti, ecc.) sembra afflitto da identico destino. Per i cittadini il futuro si prospetta sempre più 'arrancante'.
Fortuna che almeno i ricchi possono 'godere' di ... acqua minerale e autista.

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